martedì, 14 Maggio, 2024
Cultura

Rima Tuminas e i segreti dell’animo negli Spettri di Ibsen

Con Spettri, al teatro Quirino, la nebbia illumina la fatica di essere sé stessi. Uno spettacolo eccellente, quello proposto da Rima Tuminas, che sfida e sgomenta, riuscendo ottimamente nel toccare l’attuale spettatore e nel rendere onore all’originario intento di un maestro come Ibsen. Vedere una grandiosa Andrea Jonasson nel ruolo della protagonista Helen Alving, è un godimento per gli occhi, le orecchie e nondimeno lo spirito. E come lei racconta: “Helen è una donna costretta a vivere nella menzogna, che tiene tutto dentro il suo animo, fino ad esplodere quando viene a galla il passato. L’esplosione avviene quando torna dall’estero il suo amato figlio Osvald il quale scoprirà non solo di aver ereditato dal padre la sifilide, ma anche di essersi innamorato della giovane Regine che, in realtà, è la sua sorellastra, frutto di una relazione adulterina del proprio padre. Quindi, alla vicenda, si aggiunge pure lo spettro dell’incesto».

Questo Spettri vede il sapiente adattamento di Fausto Paravidino e la regia di Rimas Tuminas. Con lei in scena, Gianluca Merolli, Fabio Sartor, Giancarlo Previati, Eleonora Panizzo. produzione del Teatro Stabile del Veneto. Quando il dramma borghese Prese piede a teatro spodestando chiaramente la dimensione eroica quale spinta possibile a cui l’essere umano poteva tendere, fu chiaro che tempi erano irrimediabilmente cambiati, si stava stravolgendo il canone e la dicotomia assoluta e senza sfumature tragedia-commedia. Eppure questa visione non rappresenta una diminutio in senso stretto, perché altrettanto in contemporanea emergeva timidamente la psicologia, L’uomo era a posto quindi di fronte all’infinito abisso della propria anima sconosciuta. Anche per affrontare questo occorrono gli eroi, e il tipo di viaggio che cambia: gli spazi sterminati, le scenografie esterne, i grandi campi di battaglia, lasciavano spazio a un campo di battaglia verticale, che partiva dal cuore estendeva giù negli abissi della propria psiche e di ciò che era più indicibile è inaffrontabile di se stessi. questo veniva rappresentato in scena da ambientazioni domestiche, finite intorno al perimetro della propria stanza. Lessing al tempo parlo della ricerca, attraverso il dramma borghese, della “medietà delle regine” non a caso, perché tutti trasversalmente sono preda dello stesso rapporto con la verità con il coraggio e con l’affermazione di se stessi. Rappresentare spettri di ibsen è una scelta vincente, come ha dimostrato di saper fare, nella sua lunga tradizione di gran teatro, il teatro Quirino. Spettri rappresenta uno dei drammi più significativi di Henrik Ibsen, considerato una commedia sociale, o più propriamente, un dramma borghese.

 Come nei grandi miti della tragedia greca, qui si mescolano incesto, follia, verità terribili dopo anni di menzogna. L’ambientazione però è quella di un’allucinata campagna norvegese, resa grigia e stagnante, come l’animo dei personaggi, da una pioggia battente; un luogo in cui il sole e il calore arrivano inutilmente e sempre troppo tardi. Note di regia di Rimas Tuminas: La storia si sviluppa intorno allo scontro tra Helene (interpretata da Andrea Jonasson) e suo figlio Osvald (Gianluca Merolli), scontro che porta a galla vecchi peccati di famiglia. “La verità è la cosa più difficile da rivelare”, dice il regista Rimas Tuminas e in questa produzione è ben rappresentato non solo il disvelamento di segreti familiari, ma anche l’esternazione dei fantasmi che si nascondono e vivono dentro tutti noi. I “fantasmi” sono illusioni che le persone costruiscono a partire dalle proprie debolezze, glorifichiamo le nostre paure e lodiamo le effigia dei nostri carnefici.

I “fantasmi” sono le menzogne che adottiamo e che trasmettiamo ai nostri figli. Questo spettacolo è una storia di liberazione dai fantasmi che ci inseguono. Le illusioni collassano, crudeli verità vengono rivelate e l’immagine della famiglia ideale si frantuma rivelando ciascun membro per l’individuo libero qual è. Riconquistare la propria indipendenza attraverso il superamento delle illusioni, come donna e come madre, diventa l’unica strada possibile verso la libertà. I personaggi femminili di Ibsen hanno qualcosa di sbalorditivo e straordinario, sono tra i più potenti del mondo teatrale.

Siamo di fronte ad una donna che vede chiaramente, agisce con coraggio, svela menzogne ed è infallibile nel suo giudizio. È capace di sacrificare tutto in nome della verità. Notevole l’onirismo che pervade tutta la rappresentazione, capace di portare dentro l’atmosfera quasi dissociativa e derealizzante di chi vive tropo a lungo con i propri fantasmi, ciò che avviene sulla scena, infatti, è un continuo passaggio tra passato e presente in cui personaggi reali e fantasmi si fondono come in un sogno.

Foto di Serena Pea

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