venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Lasciamo perdere le elezioni ed evitiamo di toccare il fondo

Ad Eupen, una comunità del Belgio, una parte del Parlamento non viene eletto, ma sorteggiato. Ce lo hanno raccontato le telecamere di “Stasera Italia” che sono andate nella cittadina belga per capire come funziona questo originale sistema. “Imparano a fare politica e possono proporre argomenti diversi e accordarsi su una linea comune”, ha detto Anna Stuers, segretaria del Parlamento di Eupen che spiega alcuni dei compiti dei membri scelti a sorte.

Secondo il sistema di questa comunità, in fase di sperimentazione da settembre, sono  24 i cittadini che vengono sorteggiati e che hanno il compito di affiancare per 18 mesi i parlamentari eletti. “È una buona idea”, dice un cittadino.

Il modello del sorteggio è piaciuto anche a Beppe Grillo che l’ha rilanciato sul suo blog. In effetti tra la piattaforma Rousseau ed il sorteggio, di differenza ne vediamo poca.

Di tutto, ora, con il massimo della fantasia e della spregiudicatezza, può parlare chi fa politica, e anche chi non la fa.

Siamo semplicemente delusi, a quest’ora della notte, mentre scriviamo il pezzo di domani. Non vediamo un gran futuro all’orizzonte. Se arriviamo a sorteggiare i parlamentari, significa che non abbiamo più nulla da dire. Ricordo che mio padre, spesso,  durante il pranzo o la cena, quando si faceva ancora tutti insieme, commentando gli avvenimenti più deprecabili, ripeteva che “occorre toccare il fondo per poter risalire”.

Quanto manca ancora all’Italia per toccare il fondo! Perché  dobbiamo proprio arrivare a quel fondo per ripartire. Non se lo meritano i nostri ragazzi. Cercano anche di farcelo capire organizzandosi in sardine ma il malpensare involontario della politica non riesce ad interpretarli. L’unica cosa che cerca di fare, invece, è quella di annettersele, le sardine.

Voglio scrivere ancora sperando di poter dare qualche speranza ai mie lettori ma, credetemi, amici de “la Discussione” è sempre più difficile fare un giornalismo civile. Faccio cronaca per prendere spunto dalla vita reale e, da quella, sperare di far passare a quella valoriale.

Ripenso alle tante lotte commentate e strillate. Ricordo le strade di Roma che odoravano di lacrimogeni e risuonavano di sirene di ambulanze e di pompieri. Ricordo giovani arrabbiatissimi che volevano sradicare il sistema. Siamo ancora là ragazzi miei. Ancora là, anzi, siamo scesi ancora più giù.

Ma il fondo ancora non lo abbiamo toccato. Il problema però non è solo italiano. Il problema è planetario. Tutto il mondo ha un problema. Il “problema” è quello di arrivare ad una sopravvivenza pacifica, dignitosa e compatibile. È un problema di risorse e di ridistribuzione di risorse. Ma non possiamo ridistribuire però, se non le produciamo le risorse. Dobbiamo sforzarci di guardare oltre i confini, oltre le razze, oltre le religioni, oltre i poteri. Facciamo comunità umana. Non so neppure più se le tradizioni sono un valore o un ostacolo al progresso dell’ecologia umana. Non stupitevi. Non date per scontato nulla. Mettiamoci invece, in “discussione”. Tutti i giorni, più volte al giorno.

Chiediamoci se stiamo andando per il verso dell’universo, che gira sempre per lo stesso verso e che non guarda mai indietro.

Mettiamoli al parlamento in qualunque modo, i nostri governanti, ma spingiamoli a governare pregandoli di non portarci a toccare il fondo, perché in molti potrebbero non arrivare a toccare quel fondo, per mancanza di ossigeno. E di ossigeno c’è n’è sempre meno.

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