mercoledì, 1 Maggio, 2024
Società

In ricordo di Francesco Valdiserri

Non è possibile trovare parole per raccontare l’indicibile. Dentro le piaghe dell’addio ci sono lacrime e sentimenti infiniti. Ancora più impronunciabili sono le parole quando chi se ne và, ha diciotto anni. La morte di un figlio è una crocifissione che meriterebbe la stessa spianata di silenzio che troviamo nei vangeli. Se oggi siamo qui, a osare di sfiorare l’incandescente è per offrire la non consolazione di una presenza, perché il dolore di questa famiglia è un altare sacro che ferma i nostri passi e interroga le nostre coscienze.

Francesco Valdisseri, aveva 18 anni e solo quest’età dovrebbe essere un inno alla vita. I suoi genitori sono Paola Di Caro e Luca Valdiserri, entrambi giornalisti del Corriere. Suo zio è Andrea Di Caro, un amico per cui ho grande affetto e stima. Le cronache sono note a tutti, Francesco usciva dal cinema, dopo aver visto un film a cui teneva da tempo, accanto a lui, l’amico Niccolò, su quel marciapiede su cui camminavano per raggiungere una fermata d’autobus, quando il buio si è preso tutto. Chiara, alla guida di un’autovettura, ha deragliato dalla corsia a velocità elevata, invadendo e spezzando in modo irreversibile lo spazio di vita di Francesco. Chiara ha 23 anni ed è risultata positiva ad alcool e cannabis. Di Francesco colpisce lo sguardo, la sua passione per la parola che si fa canto, il suo salto di gioia dopo il diploma. E colpisce allo stomaco questa perdita crudele, inaccettabile, incosciente. Come si fa a sopravvivere alla morte di un figlio? Anche questa è una risposta impronunciabile, che non so dare, riecheggiano nella mia testa le parole scritte da Paola, sua madre “il mio 18enne meraviglioso non c’è più. Il mio bambino che aveva cominciato a correre nella vita. Un’auto nella notte lo ha investito e non tornerà. Nulla più tornerà. Nulla ha più senso. Nulla.”

Di Paola tocca il suo invito ai giovani, durante il funerale di suo figlio, durante il funerale della bellezza “fate di tutto per essere felici se lo volete ricordare. Il tempo per essere felici non va sprecato.“, mentre il papà Luca dice parole che sono una preghiera tragica “se vi capita di bere, non mettetevi alla guida.” Dal mio canto prego che i rivoli di questo dolore per i suoi familiari possano essere guidati dalla presenza interiore di Francesco, prego che riescano a sentirlo sempre accanto, che questo gelo possa essere scaldato da un amore che si è compiuto pienamente negli anni vissuti insieme, perché conducano nel tempo ad una qualsiasi speranza. Prego per poter vedere risorgere nei loro occhi una bellezza qualunque, dove la firma di Francesco sarà sempre regista.

Cosa dire di Chiara, dei tanti, troppi, che si rendono responsabili della disperazione altrui e della fine, inaccettabile, di un ragazzo di 18 anni? Gli arresti domiciliari sono stati confermati, la sua sconsideratezza è reiterata, aveva già avuto la sospensione della patente. Cosa dire dei genitori di questa 23enne? Anche la richiesta di perdono, sapendo che nulla potrà restituire Francesco alla sua vita e ai suoi genitori, in un territorio così sdrucciolevole, è una questione che riguarda solo i coinvolti. Tutti in questa tragedia hanno perso un’interezza che non tornerà più. Francesco e la sua famiglia hanno perso tutto. Siamo noi, ancora interi, a dover onorare la vita e la morte di Francesco facendo cose concrete, parlando di più con i nostri figli, mettendoli di fronte a quanto irreversibile male possono fare. Siamo noi a doverci interrogare su come le nostre scelleratezze possono distruggere gli innocenti. Perché di Francesco questo mondo aveva disperatamente bisogno, sono troppo pochi i sognatori gentili, e senza di lui oggi è per tutti un po’ più buio. La mia ultima preghiera si accoda a quella di Andrea Di Caro, suo zio “Addio Francy anima bella, cucciolo della famiglia. 18 anni sono troppo pochi per essere strappato alla vita in modo così assurdo e inaccettabile. Chiedo al ricordo del tuo sorriso il miracolo di riuscire a scaldarci un po’ durante tutto il gelo che ci aspetta…e prego che mia sorella Paola, tua madre, e Luca, tuo padre, possano trovare la forza per continuare a vivere nonostante un dolore così devastante.”

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