venerdì, 19 Aprile, 2024
Economia

Mastrocinque (Inac-Cia): ai patronati solo 250 euro per i ristori post Covid. Mancetta che dimentica il lavoro fatto

Per ogni sede di patronato solo un indennizzo di 250 euro per i due anni di pandemia e super lavoro. Per la Inac-Cia si tratta di un sostegno talmente basso da definirlo una mancetta che “non ristora minimamente il lavoro straordinario svolto dai patronati negli ultimi due anni”.

Adeguamenti non riconosciuti
La misura è contenuta nel Decreto Aiuti ter, di cui si attende pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. “Prevede un indennizzo di 250 euro per ogni sede di patronato, nazionale, regionale e provinciale”, sostiene il presidente della Inac-Cia, Alessandro Mastrocinque, “non si è neanche tenuto conto dei maggiori costi di funzionamento dovuti affrontare dai patronati per adeguarsi alle norme Covid”.

Un impegno straordinario
“Prevedere 250 euro di aiuto per le sedi di patronato, escludendo quelle zonali, offende quasi il nostro impegno straordinario svolto in questi anni di emergenza. Noi abbiamo oltre 300 sedi”, sottolinea con disappunto Mastrocinque, “nei Comuni che non percepiranno un solo euro, a fronte di circa 280 mila euro spesi per adeguare, giustamente, tutti gli uffici alle norme Covid, per la sicurezza di operatori e cittadini, riceveremo, solo per le sedi centrali regionali e provinciali circa complessive 25 mila euro. Mentre per i Caf, nel Decreto si stanzia una misura giusta, congrua e commisurata di 15 milioni di euro, per tutto il sistema dei patronati non si arriva al mezzo milione di euro”.

La “mancetta”, ora l’integrazione
Per la Inac-Cia, serve un ripensamento è un aiuto più giusto rispetto all’impegno messo dai numerosi Patronati.
“Mi viene da dire”, osserva polemicamente Mastrocinque, “che quanto previsto non è un aiuto ma una mancetta”. “Confidiamo in un altro intervento”, auspica e conclude il presidente del patronato Inac-Cia, “che integri le risorse per i patronati, tenendo conto dei reali aggravi che il periodo eccezionale ha comportato sia in termini di assistenza di prossimità ai cittadini e dei costi reali sostenuti da tutti gli istituti di patronato”.

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