martedì, 23 Aprile, 2024
Società

Lettera aperta del Presidente dell’UCI per il rilancio del comparto ovicaprino italiano

Il Presidente dell’Unione Coltivatori Italiani (UCI) Mario Serpillo ha inviato ai Ministri Patuanelli e Carfagna, ai Presidenti delle Commissioni Agricoltura di Senato e Camera Vallardi e Gallinella, al Presidente della Conferenza Stato Regioni Fedriga, al Presidente della Regione Sardegna Solinas e all’Assessore alle Politiche Agricole della Sardegna Murgia il testo che volentieri pubblichiamo.

In qualità di Presidente dell’UCI-Unione Coltivatori Italiani desidero condividere alcune preoccupazioni che, ancora una volta e ormai da molto tempo, interessano un importante comparto produttivo italiano: quello
dell’OVICAPRINO. Sono evidenti le difficoltà che la pastorizia ovicaprina affronta da tempo, in aggiunta ad eventi catastrofici inattesi quali il conflitto in Ucraina e la crisi pandemica causata dal Covid-19.

Il livello degli aiuti destinati agli allevatori di ovicaprini nelle aree vocate alla pastorizia, nella Regione Sardegna e in altre aree del Paese, rispetto ad altri comparti della zootecnia non è affatto sufficiente né a contrastare l’abbandono dei territori marginali nelle aree interne né, tantomeno, a stimolare la crescita della competitività e del reddito di tali imprese, in quanto è basato su una visione generale che non prende in considerazione (se non in minima parte!) l’impegno che gli allevatori profondono da sempre, con azioni mirate a garantire la sovranità alimentare, il benessere ambientale, il presidio dei paesaggi rurali.

Abbiamo la stringente necessità di soddisfare quanto prima le esigenze e i fabbisogni degli allevatori del comparto ovicaprino: un settore della zootecnica italiana che dovrebbe essere un punto di forza e di orgoglio, non solo nel nostro Paese ma in Europa!, per numero di allevamenti e per produzioni di qualità ed è, invece, da troppo tempo relegato ai margini delle azioni di indirizzo politico ai vari livelli istituzionali di rilancio, soprattutto dopo il periodo emergenziale e di crisi.

Di seguito mi permetto di evidenziare alcuni esempi di scarsa considerazione verso gli allevamenti ovicaprini.

Il comparto è stato escluso da adeguati sostegni, ottenendo con il recente “Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura” di cui all’articolo 1, comma 128, della Legge 30 dicembre 2020, n. 178, ai sensi della Legge 30 dicembre 2021 n. 234, un ristoro di soli 3 euro/capo: una cifra davvero irrisoria!!

L’art.52 dell’attuale PAC prevede, nel sostegno accoppiato su base annuale, un aiuto per i capi ovini e caprini macellati; nel recente Decreto n. 305722 del mese di luglio “Intervento a favore dei produttori del comparto zootecnico tramite la previsione di aiuti eccezionali di adattamento per i danni indiretti subiti in seguito all’aggressione della Russia contro l’Ucraina”, con il quale si concede un aiuto supplementare a chi ha percepito l’aiuto accoppiato nella campagna 2021, si dimenticano proprio gli ovicaprini: un altro esempio della scarsa considerazione e dell’assenza di strategia di tutela e rilancio del comparto ovicaprino, vieppiù un approccio poco riconoscente verso l’impegno degli allevatori e di tutta la filiera.

La pastorizia sarda, in particolare, costituisce il 50% degli ovicaprini nazionali e consta di ben 3 milioni di capi. Gli eco-schemi previsti dalla nuova PAC producono numerosi interrogativi sulla capacità di generare opportunità in favore degli operatori del settore! A titolo esemplificativo, l’eco-schema 1, livello 2 è dedicato “agli allevamenti che si impegnano al rispetto di obblighi specifici nel benessere animale e che svolgono per l’intero ciclo, o una parte di esso, pascolamento o allevamento brado”. L’allevamento sardo, che è tra i pochi  in Italia a rispettare questi criteri, non è neanche menzionato, quindi viene escluso, privando il settore dell’opportunità di accedere a sostegni ulteriori e riservandogli solo quelli associati al livello minimo
previsto dall’eco-schema 1, pari a circa 60 euro/UBA (valori minori di 4/5 volte rispetto ad altri comparti della zootecnia!).

A queste evidenze sopra menzionate, che oggettivamente non aiutano il comparto ovicaprino, si deve aggiungere per la Sardegna un valore unitario molto basso del cosiddetto “titolo di base”, quale componente
dei pagamenti diretti, un valore nettamente al di sotto di quello di altre Regioni e che sarà ricalcolato, per i prossimi anni, al ribasso.

Su questo specifico punto chiediamo di aprire un tavolo istituzionale mirato a distribuire equità e pari dignità tra i territori, prendendo spunto dall’azione di integrazione del fondo nazionale perequativo al fine di compensare il dislivello di alcune Regioni sul fronte FEASR.

Ricordo che l’obiettivo generale della Politica Agricola Comunitaria è anche quello di ridurre il gap tra Aziende con bassa redditività, competitività ed a rischio uscita dal contesto agricolo rispetto ad altre maggiormente indipendenti dagli aiuti, rendendo sempre più sostenibili ed autonome le prime, come accade da tempo in altri comparti del settore zootecnico (penso, ad esempio, ai grandi allevamenti intensivi).

Con queste evidenze, non voglio creare disagi o scompensi tra le Filiere della zootecnia, tutte importanti! ma chiedo un’adeguata azione di sostegno e rilancio del comparto ovicaprino, per garantire pari dignità alle Aziende nei territori vocati rispetto a realtà molto meno eco-friendly di altre aree del nostro Paese. Occorre interrompere questo ciclo sfavorevole ed iniziare seriamente a sostenere l’operato dei tanti pastori e produttori agricoli della Sardegna  e delle altre aree del Paese ove il comparto ovicaprino ha numeri importanti per l’intera economia agricola.

È giunto il momento che si guardi, negli interventi del Governo e delle Regioni, all’obiettivo generale della PAC, cioè sostenere le imprese più in difficoltà per renderle autonome e ridurre l’incidenza degli aiuti sul reddito aziendale. Rendere forte e sostenibile il settore ovicaprino significa rendere forte l’agricoltura e quel comparto della zootecnia italiana.

Le imminenti elezioni politiche giungono a proposito! Sollecito, in favore delle Aziende di allevatori ovicaprini della Sardegna e delle altre Regioni vocate, un cambio di passo e di strategia: le Istituzioni preposte devono includere anche le Aziende dell’ovicaprino al centro della prossima politica agricola ai vari livelli istituzionali.
Occorrerà istituire un tavolo di confronto specifico dell’ovicaprino, a cui l’UCI saprà offrire il proprio contributo, per mettere in atto strategie atte a valorizzare gli impegni degli allevatori con azioni mirate all’interno del PSN, ad esempio prevedendo un ulteriore premio suppletivo rispetto a quanto già presente oggi negli aiuti accoppiati per il comparto o nell’eco-schema di tipo 1 della PAC. È necessario, inoltre, prevedere nei Piani Regionali di Attuazione del FEASR una maggiore premialità all’interno dei bandi del settore agricolo 2023-27, sul fronte dello sviluppo rurale, anche a beneficio di chi opera nel comparto ovicaprino (ad es. premiando nei criteri di selezione, nelle misure dell’insediamento dei giovani, negli investimenti associati alla trasformazione in azienda, nei servizi ambientali, ecc..). Dobbiamo continuare a sostenere quanto già fatto con i contratti di filiera, rendendoli aderenti alle esigenze dei comparti più deboli, anche rispetto alla linea del credito. Siamo in una situazione di non ritorno!

Abbiamo la necessità, ora più che mai, di rafforzare la filiera del latte sia a livello regionale che nazionale, ridando valore con un’equa distribuzione agli allevatori e ai produttori primari ed evitando, con un lavoro sinergico tra i vari attori, i cosiddetti contratti spot.

Crediamo che questo debba essere l’obiettivo primario di tutte le future politiche regionali e nazionali, a partire da oggi, per una filiera più forte, in un progetto di rilancio che possa contribuire con ambizione al
futuro dell’agricoltura italiana.

A titolo personale e come Unione Coltivatori Italiani siamo intenzionati a fare il massimo per sostenere la pastorizia sarda e nazionale, vero patrimonio del Made in Italy!

Il momento è giunto e domani è troppo tardi.

Mario Serpillo
Presidente Nazionale Unione Coltivatori Italiani

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