sabato, 27 Aprile, 2024
Europa

“Preoccupato stupore” di Gentiloni ed Ue

Borse giù spread su

La crisi di Governo innescata dai 5S non tocca solo la politica, ma scuote i mercati in un momento già delicato e denso di pericolose incognite.

Ieri man mano che la crisi prendeva forma nelle dichiarazioni e nel voto al Senato, si stagliavano più in alto gli spettri sulle difficoltà dell’economia. L’incubo della recessione e dell’inflazione, che raderà al suolo molte ipotesi di crescita. La corsa sempre più difficile per arginare il prezzo del

gas, petrolio, e beni alimentari. Il costo ondivago – tra speculazioni di mercato e ritardi di consegne – delle materie prime e, nell’elenco dei guai, la produzione di piccole imprese fino alle grandi industrie che subirà un duro contraccolpo se tutto rallenta.

Le cupe prospettive

La lista dei problemi è lunga e ieri il sopraggiungere di notizie sconfortati per il Governo, ha avuto riflessi immediati sulle contrattazioni a Piazza Affari: il Ftse Mib che segnava -2,7%, (a fine contrattazioni sceso poi a -3.36%), con lo Spread salito a 222 punti, il tasso sul Btp a 10 anni che toccava il 3,35%. I commenti hanno risentito della concitata giornata parlamentare che si sovrapponeva a quella finanziaria. Nel pomeriggio nel trarre un primo bilancio sono prevalse idee di “cupe prospettive” per i prossimi mesi, o forse settimane, se ad accelerare la crisi ci sarà la Russia se deciderà di bloccare l’erogazione di gas.

Italia, stime ora tutte a ribasso

Con l’Italia che nelle ultime ore ha visto ancora tagliare la sua crescita, a gennaio le stime segnavano un balzo favoloso del 6%, oggi le previsioni di crescita di attestano sul 2%. Per il 2023 nell’area euro le cose andranno peggio, la crescita dovrebbe subire un taglio di circa 1 punto percentuale. Con un dato ancora più severo per l’Italia destinata a essere il paese Europeo che nel 2023 segnerà la crescita più bassa.

Crisi energetica e inflazione

Ieri inoltre non si è consumata solo la crisi politica della maggioranza del premier Draghi, ma anche i tavoli e i confronti su lavoro, salario minimo, aiuti a imprese e famiglie, il progetto europeo voluto dal premier Mario Draghi di un tetto al prezzo del gas per mettere sotto controllo l’inflazione. I danni della crisi politica sono ampi e profondi. Rimangono, infatti, tutte le nubi sull’economia nazionale.

Pesano la guerra in Ucraina e le tensioni geo politiche sulla crisi del gas. Il prospettarsi di una imminente crisi energetica con il blocco delle forniture del gas, che avrà risvolti pesanti sulle attività produttive che rischiano di ridursi drasticamente, mentre l’inflazione segnerà nuovi balzi record. Una corsa che eroderà tutto, stipendi, pensioni, dal carrello della spesa, ai risparmi in banca. Le anticipazioni della Commissione europea prevedono un aumento dell’inflazione e dei prezzi al consumo in media annua del 7,6% nel 2022 e del 4,0% nel 2023.

Gentiloni: preoccupato stupore

Il Commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni è intervenuto sulla crisi di Governo italiana esprimendo un “preoccupato stupore”. “In Europa, lo slancio provocato dalla riapertura delle nostre economie è destinato a sostenere la crescita nel 2022, ma per l’anno prossimo abbiamo rivisto sensibilmente al ribasso le nostre previsioni”, evidenzia il commissario agli affari economici, “Poiché l’andamento della guerra e l’affidabilità delle forniture di gas sono fattori entrambi sconosciuti, questa previsione è soggetta a un elevate grado di incertezza e a rischi di revisioni al ribasso”. Nella conferenza stampa, il commissario Gentiloni inoltre osserva: “Noi seguiamo l’evoluzione della situazione italiana con tutto il dovuto distacco, Direi che seguiamo la situazione italiana con preoccupato stupore”. Ha infine sottolinea: “Io parlo spesso di acque agitate. In queste acque agitate con guerra, alta inflazione, rischi energetici, tensioni geopolitiche, la stabilità è un valore in sé”.

Salari e lavoro, la frenata

Per l’Italia le difficoltà saranno maggiori. I problemi si concentreranno sulle riforme mancate o in via di definizione che resteranno al palo. La crisi del Governo Draghi si è aperta in un momento cruciale, con i prossimi attesi appuntamenti tra Governo, sindacati e Associazioni di categoria per definire gli aiuti a famiglie e imprese, l’agenda del lavoro del salario minimo, i nodi dello sviluppo, la definizione e progettazioni di opere miliardarie legate al Piano nazionale di Ripresa. Sono solo alcuni dei problemi in discussione, ai quali si aggiungono la riforma del fisco in via di ultimazione, e quella della previdenza rinviata a fine estate. Inoltre a pesare sul quadro generale c’è il rallentamento dei consumi, della produzione e le note difficoltà delle piccole imprese unite a quelle di un settore strategico come l’agroalimentare.

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