venerdì, 19 Aprile, 2024
Società

Il marchio “Ospitalità Italiana nel Mondo” a tutela delle pizzerie italiane

Arriva una tutela in più per le pizzerie italiane sempre a rischio di plagio. Lo ha pensato Unioncamere con il supporto tecnico di Isnart (Istituto nazionale di ricerche turistiche) per la salvaguardia delle caratteristiche tradizionali del suo processo produttivo e della primarietà degli ingredienti. Si tratta del marchio “Ospitalità Italiana nel Mondo”, promosso da e per le pizzerie italiane.

I ristoranti e le pizzerie gestite da italiani all’estero sono 72mila e incassano oltre 27 miliardi di euro l’anno; 8 milioni le pizze vendute ogni giorno solo in Italia, mentre 5 miliardi quelle in tutto il mondo. Il disciplinare per le pizzerie italiane nel mondo consente di prendere in considerazione ogni tipicità di pizza caratteristica delle diverse regioni italiane e si compone di 10 regole che vanno dalla professionalità dei pizzaioli, al servizio offerto, ai prodotti utilizzati per le ricette e/o offerti nel menu e nella carta delle bevande, alla presenza di alcune tipologie di ricette particolarmente presenti sul territorio italiano, con un’attenzione rivolta all’utilizzo della lingua italiana per alcuni passaggi specifici che interessano la comunicazione.

“Le Camere di Commercio Italiane all’Estero lavorano costantemente sulla promozione del made in Italy agroalimentare per far conoscere e apprezzare i prodotti del nostro Paese ai consumatori esteri e aiutare le imprese italiane ad essere sempre più competitive sui mercati internazionali”, afferma Gian Domenico Auricchio, presidente di Assocamerestero.   “La ristorazione italiana all’estero è spesso il primo punto di contatto tra il consumatore e le nostre tradizioni culinarie, e l’estensione del marchio Ospitalità Italiana anche al mondo delle pizzerie conferma il forte impegno del sistema camerale italiano nell’individuare e supportare chi all’estero è portatore della vera tradizione italiana, e che svolge un ruolo fondamentale nell’educazione dei clienti al consumo di qualità e nel contrasto al fenomeno dell’Italian Sounding, sempre più diffuso in tutto il mondo”, conclude.

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Francesco Gentile

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