giovedì, 25 Aprile, 2024
Agroalimentare

Giansanti (Confagricoltura): Italia protagonista nella diplomazia alimentare

Sicurezza alimentare e stabilità sociale possono andare a braccetto se c’è una vera pianificazione della politica agricola. Questo è il messaggio emerso al convegno di Confagricoltura a Cibus “Food security
Europa, produttività e sostenibilità”. Un confronto ad ampio raggio tra istituzioni italiane ed europee, analisti ed esperti del settore agroalimentare sul futuro del comparto e delle imprese alla luce del
conflitto in corso.

Stabilità alimentare

“La guerra”, evidenzia il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, “ha fatto emergere in modo evidente questioni già aperte, come l’autosufficienza alimentare, che non vuole dire autarchia, ma
garantire cibo per le popolazioni e stabilità per le imprese dell’intera filiera”.

L’Ue e la sostenibilità agricola

“Per questo l’Europa”, spiega Sandra Gallina, direttore generale della Dg Sante della Commissione Ue, “è chiamata a impegnarsi senza perdere di vista la sostenibilità dell’intero sistema agricolo”.
“La zootecnia è tra i comparti che soffrono di più per l’attuale situazione geopolitica, con un aumento senza precedenti dei costi”, osserva Michele Liverini, presidente di Assalzoo, “e un contesto
internazionale che influenzano i sistemi produttivi e mettono a dura prova gli allevamenti”.

Costi e restrizioni

Le difficoltà, tuttavia, non sono legate agli approvvigionamenti alimentari, ma ai prezzi delle materie prime e dell’energia. “Dobbiamo mettere in atto strategie”, propone l’europarlamentare Paolo De Castro,
“che tengano conto di questo e anche delle esigenze dei nostri agricoltori, che sono chiamati a produrre con regole sempre più restrittive”.

Pianificazione mancata

“Oggi paghiamo la mancanza di una visione e una pianificazione energetica: dobbiamo prestare attenzione a non fare altrettanto in agricoltura”, avverte Marco Fortis, direttore e vicepresidente della
Fondazione Edison.
Per Maria Chiara Zaganelli, direttore generale di Ismea: “Ci sono molte più risorse a disposizione, anche con il Piano nazionale di Ripresa , ma bisogna agire con politiche lungimiranti. Il settore primario oggi deve
puntare su filiere più efficienti e sostenibili, con particolare attenzione a logistica, rinnovabili e tecnologia”.

Appello contro la fame mondo

Con l’invasione dell’Ucraina, in alcuni Paesi del Nord Africa i prezzi dei cereali sono saliti dell’80% e le scorte si esauriranno nel giro di poche settimane. Fmi, Banca mondiale, Fao e Wto hanno lanciato un
appello alla comunità internazionale, per scongiurare una crisi alimentare globale.
“L’Italia, in fatto di cibo e nutrizione, è protagonista e lo deve essere anche nel trovare soluzioni alla crisi in atto e in divenire”, fa presente Stefano Gatti, Inviato Speciale per la Sicurezza alimentare del
Ministero degli Esteri, “La guerra porterà tensioni sociali soprattutto nell’area mediterranea, dove si affacciano i principali Paesi importatori di grano da Russia e Ucraina: l’Italia sta svolgendo un
ruolo fondamentale in questa nuova dimensione della diplomazia in ambito agroalimentare”.

Diplomazia alimentare

Anche per il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, “è assolutamente necessario pensare a un nuovo modello di diplomazia alimentare con l’obiettivo di nutrire il pianeta e dare stabilità
sociale alle nazioni. Il Covid prima e la guerra ora ci stanno mettendo di fronte a sfide inaspettate. La certezza di avere cibo sulle nostre tavole a prezzi sempre accessibili non è più così scontata e questo deve portarci a fare importanti considerazioni. Una sfida enorme, che si aggiunge ad altre questioni, una su tutte, quella della sostenibilità”.

Produttività e sostenibilità

“È arrivato il momento di includere nella strategia di crescita un principio su cui Confagricoltura si batte da tempo: non c’è contrapposizione tra produttività e sostenibilità”, conclude Giansanti,
“I problemi sono tanti e colpiscono direttamente le imprese; tuttavia, se vogliamo vincere la sfida, dobbiamo lavorare insieme, con tutta la filiera a monte e a valle del nostro settore, per vedere riconosciuti il valore delle produzioni agricole e il ruolo attivo nei processi di transizione energetica ed ecologica”.

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