venerdì, 19 Aprile, 2024
Regioni

Immigrazione: in 33 mila nel 2021 a Lampedusa e oltre 2 mila morti

Nel 2021 a LAMPEDUSA sono sbarcati 32.841 persone emigrate. E’ quanto emerge dallo studio di Mediterranean Hope, programma rifugiati e migranti della Federazione delle Chiese evangeliche, secondo cui più di duemila persone risultano morte o disperse nel tentativo di raggiungere l’Italia alla ricerca di fortuna, alla ricerca di una vita diversa rispetto a quella che fino a quel momento stavano vivendo, mentre sono 193 le persone morte o scomparse durante i primi due mesi dell’anno corrente.
“Le persone migrate – dice il sindaco di LAMPEDUSA, Totò Martello – quando arrivano vengono visitate, vengono date loro le coperte termiche se c’è maltempo e poi, in questo periodo di pandemia vengono trasferite al centro accoglienza dove viene loro fatto il tampone, vengono riconosciute dalla Polizia e vengono portate nelle navi quarantene. Quando concludono la quarantena, prima sbarcano in Sicilia, poi sono indirizzate verso altri centri”.

“Noi come Italia, come nazione, ma anche come Europa – continua il primo cittadino – non facciamo nulla per rendere il viaggio di queste persone meno difficile. A noi interessa solo il fenomeno dell’accoglienza, questo è il problema principale. Nel Mediterraneo non ci sono navi, imbarcazioni dei paesi europei e quindi quando queste persone si trovano in difficoltà, gli unici che riescono a soccorrerle sono le ONG, quindi il fatto che ci siano molte morti è naturale nel momento nel quale c’è maltempo.
Queste persone fanno davvero un viaggio di una difficoltà estrema in navi non sicure che spesso affondano. Le persone che sbarcano a Lampedusa sono di diversa nazionalità – aggiunge il sindaco Martello -. Ci sono tunisini, algerini, libici, ma anche sub sahariani. Una preminenza di razza non la so dire, ci sono persone di diverse etnie che sbarcano qui ogni giorno”.

Ognuna di queste ha una storia alle spalle. Tante sono infatti le testimonianze di torture, rapimenti, lavoro forzato, rapine, violenze e uccisioni. “Ho avuto una vita complicata fin qui. In Somalia non avevo un lavoro stabile, ero sfruttato e mal pagato – racconta uno di loro di nome Abdallah -. Sono contento di essere arrivato in Italia. Qui ho trovato un lavoro, sto in affitto e sono in grado di pagarmi il cibo necessario per sfamarmi”. Non basta tutto questo, ci sono anche testimonianze di persone catturate in mare e respinte nuovamente in Libia: “Sono stato rapito e messo in una prigione, poi costretto a pagare per uscire da lì. In essa mi trattavano malissimo, mi torturavano a scopo di estorcermi qualche soldo”, dice un altro uomo. I racconti comunque variano. “Avevo ottenuto un lavoro in un albergo a Djerba – racconta un tunisino – poi con il Coronavirus non veniva nessuna persona e quindi il titolare ha chiuso l’attività. A quel punto sono rimasto in mezzo ad una strada ed ho preso la decisione di lasciare il mio paese natio”.
In questi ultimi giorni, tra l’11 e il 12 marzo, sono approdate a Lampedusa su cinque diverse imbarcazioni 127 persone. “Ho visto la morte in faccia. Grazie a Dio mi sono salvato”, dice uno di loro.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Immigrazione: incontro Italia-Tunisia su contrasto ai trafficanti di essere umani

Cristina Gambini

Immigrazione: in 34 su barca in balia delle onde al largo di Malta

Redazione

Lampedusa, mille migranti in 24 ore. Mediterranea interviene in soccorso, libici sparano e scatenano il caos

Alessandro Porro

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.