sabato, 20 Aprile, 2024
Attualità

Papa Francesco: 2 marzo giornata di digiuno per la pace in Ucraina

«Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione nell’Ucraina. Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti», ha commentato Papa Francesco al termine dell’ultima Udienza Generale. «Come me tanta gente, in tutto il mondo, sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta – ha sottolineato il Pontefice – la pace di tutti è minacciata da interessi di parte. Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche, perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è Dio della pace e non della guerra; che è Padre di tutti, non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici».

Adesioni dal mondo associazionistico

Anche il Centro Astalli, Servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia, fa proprio l’appello di Papa Francesco aderendo alla “Giornata di digiuno per la pace in Ucraina” del prossimo 2 marzo. “Al Centro Astalli – si legge in un comunicato –  con tanti volontari e i rifugiati che accogliamo, vogliamo essere protagonisti di un invito concreto alla pace. Aderire a manifestazioni o appelli come quello di oggi del Pontefice ci aiuta a essere comunità viva e responsabile di ciò che accade nel mondo, a non abbassare lo sguardo o peggio voltarci dall’altra parte, indifferenti”.

“In questa fase così complessa – prosegue il comunicato – siamo vicini alla comunità ucraina in Italia. La guerra è un abominio, che va sempre condannato. In una guerra non ci sono mai vincitori e vinti ma solo vittime e dolore da entrambe le parti della Storia. I governi, le istituzioni nazionali e sovranazionali facciano di tutto per disinnescare la guerra. Le istituzioni europee si assumano la responsabilità di mettere in atto ogni possibile azione senza rinunciare mai a una soluzione diplomatica del conflitto”.

Padre Albanese: la pace va insegnata

Fa eco alla Associazione umanitaria, anche Padre Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista, spettatore e cronista di tanti conflitti nel continente africano, che sul suo Facebook scrive: Quanto sta avvenendo in Ucraina è sconcertante. Il cristiano non distoglie il volto dalla brutalità dell’oppressione, ma nemmeno si fa trascinare nella logica che lo vuole «nemico» perché altri lo hanno definito come tale. Alla luce delle suggestioni del Magistero della Chiesa [papa Giovanni Paolo II: “La guerra è un’avventura senza ritorno” – papa Francesco: “La guerra è pazzia, è il suicidio dell’umanità perché uccide il cuore”], occorre progettare itinerari specifici di formazione teologica, morale, spirituale alla pace che accompagnino adeguate scelte di denuncia, di rinuncia e annuncio per una nuova civiltà dell’amore. Nella consapevolezza che, a differenza dei nostri antenati Romani che dichiaravano apertamente ‘Si vis pacem para bellum’ [se vuoi la pace, prepara la guerra-ndr], noi oggi dovremmo avere il coraggio di urlare dai tetti con don Tonino Bello che ‘Si vis pacem para pacem!!!’”.

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