mercoledì, 1 Maggio, 2024
Società

Bambini invisibili: 125 milioni senza certificato anagrafico

Su 125 milioni di bambini che nascono ogni anno, 51 milioni, più del 40% del totale, non vengono registrati alla nascita. Secondo stime ufficiali, oggi nel mondo circa 230 milioni (il 35%) dei bambini al di sotto dei cinque anni non hanno un atto di nascita. In Africa subsahariana questa percentuale sale al 56% con 85 milioni di bambini e in Asia meridionale al 61% con 103 milioni di bambini.

Privati di un’esistenza legale, a questi minori sono spesso negati i servizi di base, come la scuola e la sanità e sono più esposti al traffico di esseri umani, allo sfruttamento sessuale, al matrimonio precoce, al lavoro minorile, all’arruolamento nelle forze armate. In situazioni di emergenza, come nel caso di catastrofi naturali o di conflitti armati, possono trovarsi nell’impossibilità di essere ricongiunti ai loro familiari. Se commettono reati, non possono usufruire del trattamento più mite e orientato alla riabilitazione che molti ordinamenti prevedono per i minorenni.

Senza documenti non possono ereditare, non possono dimostrare la loro cittadinanza, non potranno avere la patente, il passaporto, e saranno esclusi dalla legalità e dalla vita democratica del loro Paese, senza poter eleggere o essere eletti. Inoltre, essi non potranno emigrare legalmente, né come lavoratori né per coesione familiare e, se presenti in un Paese straniero, non saranno riconoscibili dalle autorità diplomatiche e consolari. La mancata registrazione anagrafica alimenta i conflitti ed è fonte di instabilità, nuoce sia ai bambini sia agli adulti.

Agenda UE: identità legale per tutti entro il 2030

Nel 2008 la Comunità di Sant’Egidio ha dato vita al programma BRAVO! per garantire loro il certificato di nascita (Birth Registration for All Versus Oblivion), un diritto umano fondamentale ai sensi dell’art. 7 della Convenzione dell’ONU sui diritti dell’infanzia. “In un mondo iperconnesso come il nostro – ha commentato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, partecipando alla presentazione del libro “Nascere non basta” – si produce tanta invisibilità. La mancanza di identità legale è riconosciuta come ostacolo irreparabile allo sviluppo dell’umanità. L’obiettivo numero 16 dell’agenda 2030 lo riconosce in modo formale, in uno dei suoi target auspica l’identità legale per tutti entro il 2030″.

Ministro Bianchi, occorre ragionare in termini globali

“Il libro è importante – ha spiegato il ministro Bianchi – perché ci parla di situazioni in cui una parte consistente della popolazione non c’è, perché, se tu in un contesto non vieni riconosciuto e non riconosci, sostanzialmente non ci sei. Non abbiamo avuto la capacità, nel momento in cui si superavano i due blocchi e si andava verso un mondo interconnesso, di porre il problema di quale fosse il livello di istituzione adeguato a questa apertura. Abbiamo continuato a ragionare sullo schema dello stato nazionale”. Parlando del progetto, Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio ed ex ministro della Cooperazione internazionale e l’integrazione, ne ha evidenziato la capacità di “ampliare la democrazia garantendo cittadinanza e quindi diritto di voto” e di “stabilire una relazione sorgiva con la patria”. Elementi questi, che servono a rafforzare i sistemi delle istituzioni in Paesi dove altrimenti “vacillano”, con risultati “come quelli osservati in occasione dei golpe in Mali, Guinea e Burkina Faso, dove i militari cercano di farsi interpreti dei bisogni della popolazione”.

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