sabato, 20 Aprile, 2024
Economia

Indice Pmi, l’Italia meglio di Francia e Germania

L’anno comincia nel migliore dei modi per l’economia italiana. Il primo dato del 2022 riguarda l’indice Pmi che misura le previsioni di vendita di beni e servizi delle aziende. Uno sguardo sul futuro che conferma la posizione del sistema italiano ai vertici della Ue avendo superato anche Francia e Germania.

Il dato di dicembre elaborato da Ihs Markit colloca, infatti, l’asticella a quota 62 che, anche se inferiore al record di 62,8 raggiunto a novembre resta largamente superiore alle attese degli analisti ferme a 61,5. La striscia positiva si allunga raggiungendo così il primato di 18 mesi di fila. Il risultato sembra confermare le previsioni del Pil al 6,3% per il 2021 e, come afferma il ministro della Pubblica amministrazione, non è escluso che il risultato finale si collochi ancora più in altro.
Magari fra 6,4 e 6,5% che l’Italia non vedeva più dagli anni del “boom” economico.

Piazza Affari dimostra la sua soddisfazione accelerando al rialzo mentre lo spread compie un altro piccolo passo indietro verso quota 132 punti. Ma sono tutte le borse europee a correre tanto che l’indice Stoxx 600 che raccoglie le più importanti aziende europee inaugura l’anno con un nuovo massimo storico. Sottolinea così l’andamento positivo di tutto il settore industriale europea che sembra aver superato senza eccessivi danni
I problemi legati alle catene di approvvigionamento e ai timori legati alle nuove varianti del Covid-19. L’indice Pmi finale, elaborato da Ihs Markit, è sceso a dicembre a 58 punti, dai 58,4 di novembre, ma resta comunque sopra i 50 punti, che separa la crescita delle attivita’ dalla contrazione. Si tratta del 18esimo mese di fila di espansione anche si stratta del dato piu’ basso dal febbraio 2021.

Per gli analisti è comunque un buon dato, con le aziende europee capaci di beneficiare da un parziale alleggerimento della pressione legate alla carenza di microchip e all’esplosione dei prezzi dell’energia. L’esame dei singoli Stati conferma il primato dell’Italia: la Francia si è attestata a 55,6 punti, in calo dai 55,9 di novembre ma al di sopra del consenso a 54,9 punti; quello della Germania si attesta a 57,4 punti, invariato rispetto al mese precedente e sotto il consenso a 57,9 punti.

Un’espansione spinta soprattutto dai nuovi ordini, spiegano gli analisti.
“L’Italia ha concluso il trimestre finale del 2021 con un’altra ottima prestazione”, afferma Lewis Cooper, economista di Ihs Markit, analizzando i dati del nostro Paese, ma, sottolinea, “le aziende fanno fatica ad affrontare il forte ritmo delle vendite e le attuali difficolta’ della catena di distribuzione”. Buone notizie dal livello occupazionale, aggiunge Cooper, “aumentato notevolmente”, mentre “la carenza di materiale e il crescente costo dei trasporti si sono riversati sui costi di acquisto che sono aumentati ulteriormente e notevolmente, con le aziende che hanno aumentato i loro prezzi di vendita ad un livello quasi record”. “Detto cio’, ha ragionato ancora l’analista, “il tasso di inflazione e’ rallentato da novembre, indicando a fine anno una diminuzione della pressione” e in generale, conclude, “con l’avvicinarsi del 2022”, il manifatturiero “rimane in una posizione molto forte, con pochi segnali di diminuzioni significative dell’impeto di crescita”.

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