venerdì, 29 Marzo, 2024
Società

L’autunno di Cicerone

Viaggio tra i valori e la percezione della Terza età (3)

Il Nuovo Testamento prosegue la descrizione di figure di anziani attivi e rispettati. A Elisabetta e Zaccaria, genitori di Giovanni Battista, viene annunciata la nascita di un figlio. L’uomo si sorprende perché: “Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni” ( Lc 1,18). Piena di tenerezza è la figura del vecchio Simeone che nel Tempio prende in braccio Gesù mentre accanto a lui Anna, vedova di ottantaquattro anni, si commuove.

Nicodemo è anziano ed è un membro del Sinedrio considerato e lo stesso Pietro è anziano eppure viene chiamato alla prova più terribile anche per un giovane: il martirio.

La vecchiaia nei testi sacri è dunque vista come il “compimento” non solo anagrafico della vita ma nell’esperienza maturata che conduce l’individuo alla pienezza dell’essere.

I romani tenevano in grande considerazione la vecchiaia.

Fin dalle origini l’organismo che esercitava il potere politico era il Senato, un’assemblea di vecchi (senes). La sensibilità e la letteratura latina insegnano a rispettare e a considerare i vecchi attraverso esempi concreti e le vite di cittadini illustri che ritroviamo descritte nelle opere di Tacito, Tito Livio, Svetonio hanno una vera e propria funzione educatrice del lettore. Descrivendo le persone come sono vissute, come hanno incarnato uffici pubblici e il senso dell’onore, come si sono comportate nelle vecchiaia, lo scrittore latino ritrova in queste figure l’esempio di un “civis romanus” ideale da offrire ad imitazione.

Ovidio nelle Metamorfosi descrive Filemone e Bauci, due vecchi, marito e moglie , semplici e disponibili. Nella loro povertà aprono la propria casa agli Dei travestiti da mendicanti. Giove e Mercurio, commossi, chiedono loro quale ricompensa desiderano. E loro: poter morire insieme. La loro morte sarà una metamorfosi: trasformati in due alberi, annodati insieme. Ovidio pare proporci la vecchiaia come un percorso di perfezionamento continuo che esalta le virtù dei singoli forgiate dalle prove dell’esistenza.

L’autunno della vita di cui parla Cicerone rende il vecchio consapevole del tempo. Abbandonate le illusioni, contempla il mondo dalla propria interiorità: se lungo i suoi anni è maturato, condurrà una vita serena e anche la sua morte sarà tranquilla. (3-continua)

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