sabato, 20 Aprile, 2024
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Economia

FMI. Italia, crescita +5.8%. Giù debito pubblico e deficit. Disoccupazione al 10.3%

Il nostro Paese meglio della media europea. Il rischio inflazione

Due buone notizie per l’economia italiana, il Paese è in forte crescita, mentre debito pubblico e deficit sono in calo. Una doppia positiva proiezione confortata dai numeri. In primo luogo ci sarà un più 5,8% per fine 2021, con l’Italia che cresce più della media dell’area euro, che segna per questo anno un +5%. Mentre il debito pubblico nazionale cala nel 2021 al 154,8% del pil rispetto al 155,8% del 2020. Difficoltà, invece per il lavoro. La disoccupazione salirà di un punto e toccherà il 10,3% nel 2021, in rialzo rispetto al +9,3% del 2020.

Rapporto FMI

La certificazione della crescita arriva dalle relazione trimestrale del Fondo monetario internazionale con i dati del World Economic Outlook. Così il FMI punta al rialzo dell’Italia con stime di crescita che segnano ancora un +0.9% rispetto a Luglio, proiettando il Pil italiano a 5.8%. Mentre per il prossimo anno il ritmo rimarrà sostenuto, con +4.2%. Per il Fondo Monetario Internazionale quindi l’economia del Paese prosegue una corsa positiva, ed è una conferma non scontata, in quanto altre economie come quella degli Stati Uniti perde ritmo pur rimanendo con la Cina la locomotiva della ripresa globale. Difficoltà, invece, per i Paesi a basso reddito per loro la pandemia è ancora in problema irrisolto.

Debito in calo

L’Italia farà registrare anche la discesa di un punto in un anno del suo debito, secondo le stime del Fondo monetario continuerà a calare anche nel 2022 al 150,4%. La proiezione per i prossimi cinque anni, inoltre, conferma la discesa che per il 2026 si attesterà sul 146,5%.

Giù anche il deficit

Gli esperti del Fondo monetario segnalano, inoltre, una terza congiuntura favorevole per l’Italia. Si tratta del deficit che secondo la stima resa nota dal rapporto World Economic Outlook sarà dell’8,8% per il 2021 per scendere a 5,5% nel 2022.

Sale la disoccupazione

Dalle proiezioni del Fondo monetario c’è un dato che farà riflettere. Il tasso di disoccupazione si attesterà al +10,3% nel 2021, in rialzo rispetto al +9,3% del 2020, e all’11,6% nel 2022. Mentre la media di disoccupazione per Eurolandia è all’8,0% per il 2021 e all’8,1% il prossimo, 2022.
Nel rapporto l’Italia avrà una disoccupazione che la porterà a condividere la doppia cifra con Grecia e Spagna.

Lo scenario inflazione

I Governi dovranno camminare lungo la sottile linea tra il restare pazienti nel loro sostegno alla ripresa ed essere pronti ad agire velocemente. È racchiusa in questa immagine il senso del rapporto Fondo monetario internazionale in merito alla crescita e ai problemi di una impennata dell’inflazione. Il FMI stima che per i Paesi più industrializzati l’inflazione crescere per toccare il picco del 3.6% per fine anno per ridursi solo a metà 2022. In un effetto domino rincareranno i prezzi con una crescita particolare per edilizia e alimentari.

Le incertezze

“Le nostre previsioni”, si evidenzia nel rapporto, “sono per un picco dell’inflazione annuale nelle economie avanzate al 3,6% in media nei mesi finali di quest’anno, prima di regredire nella prima metà del 2022 al 2%, in linea con gli obiettivi delle banche centrali. I mercati emergenti vedranno aumenti più rapidi e l’inflazione raggiungerà il 6,8% in media, per poi scendere al 4%”.

Perché l’impennata

Tra i motivi della crescita dell’inflazione i costi delle forniture per il mercato delle costruzioni immobiliari e i generi alimentari cresciuti in alcuni Paesi del 40%.
“Fattori che potrebbero contribuire sono l’aumento dei costi del settore immobiliare e la prolungata carenza di forniture nelle economie avanzate e in via di sviluppo, o le pressioni sui prezzi alimentari e il deprezzamento delle valute nei mercati emergenti”.

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