Trasformare il potenziale dell’Economia del Mare in crescita reale. Un comparto che può contare sulla qualità del Made in Italy, le imprese del settore e in un vasto mondo dell’artigianato di eccellenza. Un comparto che genera quasi 180 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10% del Prodotto interno lordo. I nuovi Impegni e le nuove possibilità sono stati gli obiettivi del Summit nazionale sull’economia del Mare “Blue forum” dal titolo: “Creare valore. Il mare nell’anno del Giubileo”, con la presenza della Confederazione nazionale degli artigiani per il settore della nautica. Iniziativa tenuta nella cornice degli Horti Sallustiani a Roma. “Una tre giorni di dibattiti”, evidenzia la Cna, “e di specifiche sessioni utili per trasformare il potenziale dell’Economia del Mare in crescita reale, generando impatti concreti in termini economici, sociali, culturali e ambientali, con l’obiettivo di uno sviluppo rigenerativo, inclusivo e sostenibile, in grado di rafforzare il ruolo dell’Italia come Nazione di Mare e attore strategico nel contesto euro-mediterraneo”.
1 milione di occupati e 230 mila imprese
Il tredicesimo rapporto sull’economia del mare, presentato da Antonello Testa, coordinatore di Ossermare e segretario di Cna Latina ha evidenziato l’importanza di un comparto che genera quasi 180 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10% del PIL nazionale, oltre 1 milione di occupati e circa 230.000 imprese attive sul territorio nazionale.
Il valore del settore
Nell’ambito del programma, durante la sessione di approfondimento “Blue Audition – Creare Valore” è intervenuto anche Mario Mainero, presidente nazionale di CNA Nautica. “È fondamentale una corretta consapevolezza dell’articolazione della filiera nautica, che paga, purtroppo, anche la sottovalutazione di una contabilità statistica a maglie ridotte”, ha osservato Mainero, “al fine di avere una dimensione reale del settore, del suo peso economico e di valorizzare correttamente il contributo delle Pmi alla filiera, riconoscendone il valore in termini economici e sociali. Per questo riteniamo fondamentale l’introduzione di un sottocodice che possa riconoscere lo status di operatore del settore nautico. Gli investimenti e gli interventi più urgenti di cui necessita la complessa filiera”, ha infine fatto presente Mainero, “riguardano, inoltre, il potenziamento della rete infrastrutturale di porti e approdi turistici per migliorarne la qualità, l’ampiezza e la profondità dei fondali”.