mercoledì, 9 Luglio, 2025
Esteri

I Pasdaran scatenano la ‘Benedizione della vittoria’ con missili su basi Usa in Qatar e Iraq

Teheran contrattacca dopo il colpo ai siti nucleari. Putin: “Ingiustificata l’aggressione americana”

Il Medioriente torna a farsi teatro di scontro aperto tra Teheran e Washington. Nella tarda serata di ieri, i Pasdaran hanno annunciato di aver lanciato una “raffica” di missili balistici in direzione delle postazioni statunitensi in Qatar e in Iraq, in quella che Teheran ha definito “Benedizione della vittoria”. Secondo fonti israeliane citate da vari organi di stampa, le basi coinvolte sono in particolare Al-Udeid, in Qatar, e supporti logistici in Iraq.È stato un canale affiliato ai Pasdaran ha rivendicare l’azione, spiegando che i missili Kheibar (nome di un’antica fortezza iranica) sono stati lanciati “in risposta all’attacco americano ai nostri impianti nucleari” dello scorso fine settimana. “Mettiamo nuovamente in guardia contro qualsiasi minaccia alla sicurezza nazionale dell’Iran. Qualsiasi violazione delle linee rosse sarà sanzionata con una risposta decisa”, spiegava il comunicato. L’operazione, denominata appunto ‘Benedizione della vittoria’, colpisce il quartier generale aereo di Al-Udeid e diverse installazioni in Iraq, tra cui basi di supporto nel Kurdistan iracheno.

Fonti di Axios, rilanciate dal corrispondente Barak Ravid su X, indicano che almeno sei missili hanno sorvolato il Qatar, costringendo l’emirato a chiudere temporaneamente lo spazio aereo e facendo scattare le sirene antiaeree anche in Bahrein e Kuwait. Una settima testata sarebbe stata intercettata dalle difese aeree irachene nei pressi di Erbil.

Gli Stati Uniti in allerta massima

Nella Situation Room della Casa Bianca si è riunito il vertice della difesa statunitense: al tavolo, oltre al Presidente Donald Trump, figuravano ieri il Capo di Stato maggiore congiunto Dan Caine e il Segretario alla Difesa Pete Hegseth, entrambi convocati d’urgenza per monitorare l’evolversi della crisi. La Cnbc, citando fonti della Presidenza, ja riferico che il Tycoon avrebbe definito l’azione dei Pasdaran “un’aggressione inaccettabile”, promettendo una risposta “mirata e proporzionata”. Dalla Casa Bianca è filtrata anche la versione ufficiale sull’operazione americana contro i siti nucleari iraniani: “Le installazioni colpite sono state completamente distrutte», ha dichiarato Trump, attaccando i network Cnn, AbcNews e Nbc per avere diffuso “fake news” sull’efficacia dei raid. Il Presidente ha definito “a zero” gli ascolti delle principali emittenti, rispolverando la consueta retorica contro i “media perdenti”.

Reazioni internazionali

A Mosca Vladimir Putin ha bollato come “ingiustificata e non provocata” l’azione statunitense contro l’Iran, ricevendo al Cremlino il Ministro degli Esteri teheraniano Abbas Araghchi. Dal canto suo, Trump ha reagito sui social di Truth Social dichiarando che “il termine ‘nucleare’ non va usato a sproposit”», dopo le affermazioni del russo Dmitrij Medvedev, che aveva sostenuto la possibile fornitura di testate atomiche a Teheran da parte di alcuni Paesi amici (notizia poi smentica dallo stesso Medvedev).

Escalation su più fronti

Parallelamente, l’escalation tra Israele e Iran si è intensificata: ieri mattina caccia israeliani hanno colpito la prigione di Evin, nel centro di Teheran, con l’obiettivo dichiarato di eliminare decine di ufficiali dei Pasdaran. Fonti militari israeliane hanno spiegato che l’operazione mirava anche a favorire la fuga di dissidenti incarcerati, in un disegno più ampio di destabilizzazione interna al regime di Ayatollah. Fonti locali hanno inoltre parlato di bombardamenti su infrastrutture civili, inclusa la Shahid BeheshtiUniversity e la rete elettrica cittadina, che avrebbero causato blackout diffusi e ingenti danni materiali. Le autorità iraniane, in un bilancio aggiornato, parlano di almeno 500 morti e oltre 3.000 feriti dall’inizio del conflitto, il 13 giugno; organizzazioni per i diritti umani come Human Rights Activists in Iran stimano però un numero di vittime quasi doppio, con circa 950 morti e oltre 3.400 feriti.

Il dossier nucleare

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha chiesto un accesso urgente alle scorte di uranio iraniano, esprimendo preoccupazione per una possibile “svolta militare” del programma nucleare. Teheran, dal canto suo, ha minacciato di sospendere ogni cooperazione con l’Agenzia, accusata di “strumentalizzazione politica”. Il Presidente del Parlamento, Mohammad Baqer Qalibaf, ha ribadito che l’Iran “non ha intenzione di sviluppare armi atomiche”, ma pretende “garanzie oggettive”. prima di riprendere i controlli.

Nel frattempo, in vista del vertice Nato all’Aja, il Segretario generale Mark Rutte ha avvertito che l’Iran “non deve ottenere l’arma atomica”.

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