A margine dell’incontro con il contingente italiano della missione Kfor in Kosovo il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ricordato l’incontro di una delegazione italiana a Damasco con la nuova leadership siriana.” Vogliamo essere parte attiva della pacificazione e della stabilizzazione della Siria – ha detto il ministro – Ci auguriamo che il nuovo ordinamento, il nuovo sistema, sia rispettoso delle minoranze, in modo particolare delle minoranze cristiane. Per noi questa è una priorità, è una condizione fondamentale per procedere anche poi in futuro alla revoca delle sanzioni”, ha aggiunto, “i primi segnali che arrivano sono positivi e ci auguriamo che continuino. L’unità della Siria è fondamentale e continueremo ad avere la nostra presenza diplomatica. Ce lo chiedono anche gli altri, a partire dai turchi, che rappresentano diciamo così un elemento di garanzia di stabilità in quel Paese, ed è quello che faremo”.
Il ministro Crosetto in Israele
Contemporaneamente il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si è recato in visita ufficiale in Israele dove ha avuto una serie di incontri istituzionali, tra cui quello con il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz. “Importante incontro con il collega israeliano Israel Katz. Riaffermato l’impegno dell’Italia per favorire stabilità in Medio Oriente, sottolineando importanza del rispetto del cessate il fuoco – ha scritto su X Crosetto – Unifil svolge ruolo fondamentale per la pace, ma deve essere messa nelle condizioni di operare efficacemente”. “Ribadita importanza processo di pace nella Striscia di Gaza e condivisa preoccupazione per situazione in Siria, che potrebbe destabilizzare intera regione. Rinnovata vicinanza a familiari e ostaggi, dei quali auspichiamo una rapida liberazione”, ha concluso Crosetto.
Governo di transizione in Siria
In una conferenza stampa insieme al ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan il nuovo leader siriano Ahmad al Jolani ha dichiarato che tutte le armi del Paese saranno messe sotto il controllo dello Stato e che dopo le prossime consultazioni con i funzionari della difesa e dell’esercito su una nuova struttura militare, le “fazioni armate inizieranno ad annunciare il loro scioglimento e l’ingresso nell’esercito”.
“Ci sforziamo di proteggere le fedi e le minoranze da qualsiasi conflitto tra loro” e da attori ‘esterni’ che cercano di sfruttare la situazione “per provocare discordie settarie”, ha aggiunto al Jolani, aggiungendo che la Siria è “un Paese per tutti” dove “possiamo coesistere insieme”.
Il leader siariano vuole rassicurare la comunità internazionale e per questo ha scelto anche una donna, Aisha al-Dibs, nel governo di transizione a capo dell’ufficio degli Affari Femminili. La scelta è stata vista come un segnale dopo che centinaia di persone sono scese in piazza per chiedere uno stato laico e in difesa dei diritti delle donne.
I raid nella striscia di Gaza e sitiazione umanitaria
Intanto a Gaza i raid israeliani non si fermano, Secondo il ministero della salute di Hamas, i morti ieri sono stati almeno 50. Per Israele il raid è stato effettuato per colpire i combattenti di Hamas. In particolare ha colpito la stampa internazionale il bombardamento senza precedenti e senza preavviso dell’ospedale Kamal Adwan contro il reparto di assistenza e asilo nido con bombe, esplosivi e fuoco di carri armati.
Gaza, si aggrava la situazione umanitaria: in due mesi e mezzo solo 12 camion hanno distribuito aiuti
Inoltre, “ei 34 camion di cibo e acqua autorizzati a entrare nel governatorato di Gaza settentrionale negli ultimi 2 mesi e mezzo, ritardi deliberati e ostruzioni sistematiche da parte dell’esercito israeliano hanno fatto sì che solo dodici riuscissero a distribuire aiuti ai civili palestinesi affamati”,. A lanciare l’allarme il gruppo umanitario Oxfam. ha detto Oxfam in una dichiarazione, in un conteggio che includeva le consegne fino a sabato.”Per tre di questi, una volta che il cibo e l’acqua erano stati consegnati alla scuola dove le persone si erano rifugiate, è stata sgomberata e bombardata nel giro di poche ore”, ha aggiunto l’organizzazione umanitaria.
Intanto le trattative proseguono con non poche difficoltà. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu ha riferito di progressi, ma “non so quanto tempo ci vorrà”, ha precisato, “posso dirvi che non posso dirvi tutte le cose che stiamo facendo”. Un team negoziale israeliano è in Qatar per continuare a negoziare un cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas.
I colloqui continuano a rilento a causa di disaccordi sull’identità e il numero degli ostaggi da rilasciare, l’identità dei prigionieri palestinesi da liberare e la loro eventuale espulsione, così come la richiesta di Hamas che l’accordo includa la fine della guerra e il ritiro delle Forze di difesa israeliane dalla Striscia di Gaza.