domenica, 22 Dicembre, 2024
Esteri

Zelensky: “Da Mosca mille bombe e 20 missili in una settimana”

“Ieri sera, i terroristi russi hanno lanciato oltre 110 droni d’attacco contro il nostro popolo. Un centro oncologico a Kherson è stato distrutto, sono stati colpiti edifici residenziali a Kharkiv e Zaporizhzhia, missili balistici hanno preso di mira Kiev in precedenza e bombardamenti hanno colpito Sumy, Kryvyi Rih, così come le regioni di Dnipropetrovsk e Donetsk. Solo questa settimana, i terroristi hanno utilizzato oltre 550 bombe aeree teleguidate, circa 550 droni d’attacco e più di 20 missili di vario tipo. Questo è il terrore russo che stiamo contrastando”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ieri su X. “Sono grato ai nostri partner che continuano a stare al fianco dell’Ucraina e ad aumentare la pressione sulla Russia. Insieme, attraverso la nostra forza collettiva, garantiremo una pace duratura”, ha aggiunto.

Droni ucraini colpiscono Kazan

Un attacco di droni ucraini ha centrato ieri vari edifici a Kazan, città russa di 1,3 milioni di abitanti della repubblica del Tatarstan sul Volga, a circa 1.000 chilometri dentro il territorio russo, e a 600 km a est di Mosca. Il ministero della Difesa di Mosca ha scritto che “gli attacchi di droni di Kiev su strutture civili della città russa di Kazan è arrivato in tre ondate, da direzioni diverse”. Per tutelare la sicurezza dei voli civili, all’aeroporto di Kazan sono state imposte restrizioni al traffico aereo. Secondo l’agenzia russa Tass, tre droni sono stati distrutti dall’antiaerea e tre sono caduti a vuoto dopo essere stati ‘accecati’ dalle contromisure di guerra elettronica. “Oggi Kazan ha subito un massiccio attacco di droni”, ha dichiarato su Telegram il governatore della repubblica tatara, Rustam Minnikhanov, aggiungendo: “Mentre prima venivano prese di mira imprese industriali, ora il nemico attacca i civili di primo mattino”.

Financial Times, Trump manterrà aiuti militari a Kiev

Secondo il Financial Times, i più stretti collaboratori di Donald Trump hanno condiviso nelle discussioni con alti funzionari europei le intenzioni del presidente eletto di continuare a fornire aiuti militari all’Ucraina. Durante la sua campagna alla Casa Bianca, Trump ha giurato di tagliare gli aiuti all’Ucraina e di costringere Kiev a colloqui di pace immediati. Ma di fronte alla preoccupazione degli alleati di non riuscire a supportare e proteggere l’Ucraina senza il sostegno di Washington, ora intende mantenere le forniture militari statunitensi a Kiev.
Intanto il futuro rappresentante speciale degli Stati Uniti per Russia e Ucraina, il generale Keith Kellogg, prevede di visitare l’Ucraina e le parti hanno già provvisoriamente concordato la data. Lo rende noto il Ministero degli affari esteri ucraino, che è coinvolto nella preparazione della visita di Kellogg. A novembre, il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che avrebbe nominato il tenente generale in pensione Keith Kellogg, inviato speciale per Ucraina e Russia.

Tajani, conferenza di pace anche con la Russia

Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervistato dall’Osservatore Romano, ha ribadito il ruolo dell’Italia per la pace: “Stiamo lavorando per far sì che si possa finalmente avere una conferenza di pace analoga a quella che si è svolta in Svizzera prima dell’estate, con la presenza di Russia, Cina, India e Brasile, in modo che si possa sancire una tregua o un cessate-il-fuoco. Non possiamo lavorare ragionevolmente senza gli Stati Uniti, l’Occidente non può dividersi e, in ogni caso, si deve continuare a lavorare in sintonia con gli americani, che sono gli unici in grado di garantire la sicurezza dell’Ucraina, con una forza economica e militare che l’Europa non possiede”.

Ucraina-Polonia: nuovo hub del gas per l’Europa Orientale

Il Ministero dell’Energia dell’Ucraina ha annunciato ieri una partnership strategica tra Kiev e Varsavia per la creazione di un nuovo hub del gas nell’Europa orientale. Questa iniziativa congiunta mira a garantire la sicurezza energetica della regione, diversificando le fonti di approvvigionamento e riducendo la dipendenza dai combustibili fossili russi. Grazie ai terminali GNL presenti in entrambi i paesi, si potrà sviluppare un nuovo modello di business, offrendo all’Europa un’alternativa affidabile e sostenibile.

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