“In risposta a un ambiente di sicurezza più impegnativo”, la Nato sta intensificando gli sforzi per “scoraggiare e rispondere alle minacce nel settore marittimo.” Fino al 27 settembre gli Alleati sono impegnati nell’esercitazione Repmus-24 per testare la capacità dei sistemi autonomi di operare insieme e di aumentare la comprensione di nuove minacce nell’ambiente marittimo. Repmus (Robotic Experimentation and Prototyping with Maritime Unmanned Systems) è il principale esercizio di sperimentazione al mondo con sistemi senza pilota marittimo e si tiene nella penisola di Troia in Portogallo.
Tecnologie emergenti
La Nato sta rafforzando “la consapevolezza situazionale con le nuove tecnologie emergenti e dirompenti.” Ciò include la conduzione di più esercitazioni di fascia alta che collegano le risorse di sorveglianza marittima tra le nazioni alleate al di sotto, sul mare e sopra il mare. Repmus offre una piattaforma unica per gli operatori di tutta l’Alleanza per testare nuovi sistemi in esperimenti multi-dominio. La sperimentazione condotta durante l’esercitazione contribuirà ad accelerare lo sviluppo e il perfezionamento della tecnologia, dei concetti operativi e della dottrina. “L’iterazione di Repmus di quest’anno – si legge in un comunicato Nato – si concentra sull’impiego di veicoli autonomi in operazioni multi-dominio, guerra antisommergibile, guerra mineraria navale e protezione delle infrastrutture sottomarine critiche.”
Migliorare la deterrenza
L’anno scorso, come parte degli sforzi della Nato per affrontare le sfide nell’ambiente marittimo, la Nato ha istituito un Centro marittimo per la sicurezza delle infrastrutture sottomarine critiche all’interno del Comando marittimo della Nato (MARCOM) nel Regno Unito per aumentare la consapevolezza della situazione e migliorare la deterrenza e la difesa. Una nuova cellula di coordinamento delle infrastrutture sottomarine critiche presso la sede della Nato a Bruxelles è stata creata per migliorare la condivisione delle informazioni e lo scambio di migliori pratiche tra alleati della Nato, partner e settore privato. E i ministri della Difesa della Nato hanno lanciato l’iniziativa “Digital Ocean Vision” che collega una serie di capacità nazionali e alleate impiegate per la sorveglianza marittima, tra cui robot subacquei, droni aerei e risorse di sorveglianza spaziale. Trasformazione digitale Gli alleati della Nato hanno anche sviluppato una tabella di marcia per guidare il futuro sviluppo delle capacità marittime. Tutto questo è in linea con altri sforzi in tutta l’Alleanza, tra cui il piano d’azione per la produzione della difesa e la trasformazione digitale della Nato. Guidato dalla nazione ospitante Portogallo, Repmus 24 è co-organizzato dal Joint Capability Group for Maritime Unmanned Systems (JCGMUS) della Nato, dal Centro Nato per la ricerca e la sperimentazione marittima (CMRE), dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Porto e dall’Agenzia europea per la difesa.