Soldati del Bangladesh hanno pattugliato le strade deserte di Dhaka sabato durante il coprifuoco imposto per sedare le proteste studentesche contro le quote di lavoro governative e che hanno causato circa 105 morti questa settimana. Migliaia di persone sono rimaste ferite. Per cinque giorni la polizia ha usato gas lacrimogeni e granate stordenti per disperdere i manifestanti, che hanno risposto lanciando mattoni e incendiando veicoli. Le proteste, le più grandi da quando Sheikh Hasina è stata rieletta per il quarto mandato, sono state alimentate dall’elevata disoccupazione tra i giovani, che rappresentano circa un quinto della popolazione di 170 milioni. Poiché le vittime aumentavano e la polizia non riusciva a contenere le proteste, il governo ha imposto un coprifuoco nazionale e schierato l’esercito. Il coprifuoco è stato allentato per due ore sabato per permettere alle persone di fare la spesa, ma durerà fino alle 10 di domenica mattina, quando il governo valuterà la situazione. I disordini sono scoppiati per la rabbia contro le quote per i posti di lavoro governativi, tra cui il 30% per le famiglie di coloro che avevano combattuto per l’indipendenza dal Pakistan. Il sistema delle quote era stato smantellato nel 2018, ma un tribunale lo ha ripristinato il mese scorso. Lo stato ha fatto ricorso e la Corte Suprema lo ha sospeso per un mese, in attesa di un’udienza il 7 agosto. Nel distretto di Narsingdi, i manifestanti hanno preso d’assalto una prigione venerdì, liberando oltre 850 detenuti prima di incendiare la struttura. Sabato sono stati segnalati altri episodi di incendio doloso. I gruppi internazionali per i diritti umani hanno criticato la sospensione di Internet e le azioni delle forze di sicurezza. L’Unione Europea ha dichiarato di essere profondamente preoccupata per la violenza e la perdita di vite umane.
