sabato, 21 Dicembre, 2024
Economia

Abi promuove Tavolo per immobili green. Sindacati: al Sud non ci sono banche

Il “Tavolo tecnico per favorire la riqualificazione degli immobili”, promosso dall’ABI vuole promuovere interventi per la riqualificazione energetica, il contenimento dei rischi sismici e idrogeologici degli edifici. Dopo il superamento della proposta europea che prevedeva specifici target di classe energetica ora si lavora su parametri più flessibili. A questo proposito il Tavolo ha appena presentato una decina di proposte per favorire lo sviluppo del mercato dei finanziamenti destinati all’acquisto di immobili. Contemporaneamente, però, denuncia la Cgil, le banche e le assicurazioni stanno “abbandonando” le regioni del Sud e anche il Nordest.

Mitigazione del rischio di credito

Il Tavolo è aperto in collaborazione con la Commissione Europea, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Banca d’Italia, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Ministero dell’Economia, Enea, ABILab, Ance, Ania, Confedilizia, Federazione Ipotecaria Europea, Fiaip e le Associazioni dei consumatori. Propone, nel complesso, l’introduzione di specifici strumenti pubblici di mitigazione del rischio di credito; l’ampliamento delle possibilità di raccolta da parte delle banche, destinata all’erogazione dei finanziamenti green e la valutazione del finanziamento come sostenibile dal punto vista ambientale, secondo la tassonomia europea.

Contrazione degli organici

Nel frattempo Fisac Cgil denuncia che nell’ultima dozzina di anni il Mezzogiorno ha visto una contrazione dell’organico dei bancari e assicurativi quasi doppia, in percentuale, rispetto al resto della penisola. La distribuzione per gruppo istituzionale e classe dimensionale vede prevalere nelle regioni meridionali istituti minori, come quelli di credito cooperativo; nessuna presenza di quelli maggiori, mentre le spa sono una minoranza. Sul fronte della raccolta, i prestiti sono inferiori in rapporto sia al valore aggiunto ai prezzi di mercato che ai depositi. Per colmare il gap servirebbero oltre 110 miliardi di euro di nuovi finanziamenti. Il ricorso al credito, infine, continua ad essere più oneroso al Sud: al primo semestre il Taeg sui mutui immobiliari superava il 4,26 contro il 4,12 del Nord.

Cisl: nordest preoccupante

Per First Cisl in realtà il fenomeno è “preoccupante” anche in Veneto, Trentino e Friuli. Al 30 settembre scorso – elaborando dati Bankitalia, Istat e Eurostat – sull’intero territorio nazionale risultavano complessivamente: 4 milioni e 300mila di italiani (352mila in più nell’ultimo anno) e 250mila imprese senza uno sportello fisico di riferimento; più 6 milioni di utenti e 388mila attività che possono contare solo su uno in presenza. “Se manca un intermediario del credito in certe zone, non si svolge quell’attività di sostegno all’economia e di servizio alle persone che è propria delle banche” ha ricordato di recente Fulvio Furlan, segretario generale Uilca, per il quale c’è “anche un tema di legalità: dove non c’è un soggetto controllato, si rischiano fenomeni come usura e riciclaggio”. Sono gli stessi clienti a richiedere, accanto all’online, una vicinanza concreta: “9 su 10 sostengono che per loro è necessario avere un istituto vicino a dove vivono e sono insoddisfatti”.

Aumentano i consulenti

Anche la Cisl, rilevando le difficoltà del Sud, ha scattato una fotografia prospettica di tutto lo Stivale raccogliendo i numeri di 5 anni: al 2022 risultano 20.986 sportelli bancari (-4.423 dal 2018); su 7.901 comuni solo 4.785 ne hanno almeno uno (-583) e impiegano in tutto 264.132 dipendenti (-5%). Va detto però che, sebbene non allo stesso ritmo, in parallelo aumentano consulenti e uffici di finanziarie, confidi e mediatori creditizi, a caccia di promettenti neolaureati e figure junior da formare e inserire nelle reti, per coprire il “buchi” lasciati dai grandi gruppi bancari. Si assiste, inoltre, a una parziale trasformazione del modello di point finanziario su strada.

In ritirata anche le Assicurazioni

Anche nelle assicurazioni c’è una frattura geografica nel presidio fisico delle filiali e, quindi, nei cittadini serviti in presenza e nel numero di lavoratori impiegati. Sempre secondo la Fisac-Cgil, il 74% dei quasi 46mila dipendenti è collocato nelle aree settentrionali nel rapporto per 100mila abitanti, si passa dai 281 del Friuli Venezia Giulia ai 13 della Basilicata. Nel Mezzogiorno non c’è un dirigente direzionale né un polo specialistico con personale con più elevata qualifica professionale: analizzando il codice Ateco K di attività bancarie e assicurative, la differenza retributiva col Centro-Nord risulta del -8% per gli impiegati, -9,5% per i quadri e -28,3% per i dirigenti.

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