venerdì, 22 Novembre, 2024
Economia

Inflazione e calo dei consumi. Confesercenti: per le Pmi il prossimo triennio dominato da rischi

Analisi socio economica su consumi e inflazione che porta a risultati non positivi, con una prospettiva che fa temere il peggio. La Confesercenti non nasconde dubbi e aspettative negative per il perdurare delle difficoltà dei negozi e piccole imprese, settori più esposti a inflazione e caro energia.
“Il periodo prolungato di alta inflazione”, osserva la Confederazione, “sta incidendo sui consumi delle famiglie, quest’anno crescita ridotta a 0,6%. E l’ondata di caldo aumenterà esborso per energia, a discapito di altre voci di spesa”.

Calo inflazione lento

Pensare ad un ritorno della normalità per la Confesercenti non è possibile in tempi brevi, e la dimostrazione arriva proprio dai dati. “L’inflazione frena, ma più lentamente del previsto. Il dato della dinamica dei prezzi al consumo di giugno”, puntualizza la Confederazione, “conferma una decelerazione di oltre un punto percentuale rispetto a quanto registrato a maggio (dal 7,6% al 6,4% rispetto all’anno scorso), un rallentamento agevolato dal ridimensionamento dei prezzi dei beni energetici. Ma il calo dell’inflazione”, calcola la Confesercenti, “procede a un ritmo insufficiente: per l’anno in corso, secondo le nostre stime, il tasso di aumento dei prezzi dovrebbe attestarsi ancora intorno al +5,7%, restando sopra il +2% almeno fino alla fine del 2025”.

Un triennio difficile

I risultati di osservazioni, calcoli e stime portano ad una considerazione negativa. “Si profila dunque”, evidenzia la Confesercenti, “un triennio di alta inflazione, che rischia di bruciare 10 miliardi di euro di potere d’acquisto delle famiglie, con conseguente impatto negativo sui consumi.
Nel complesso, resta dunque la necessità di monitorare con attenzione e sostenere la situazione del potere d’acquisto delle famiglie, intaccato anche dalla crescita dei tassi stabilita dalla Bce”.

Caldo e spese energetiche

Le stime sui consumi sono poi sl ribasso. “Già nel 2023, secondo le nostre previsioni”, fa presente la Confederazione, “la crescita della spesa delle famiglie si dovrebbe fermare al +0.6%, un aumento sotto le attese, e su cui potrebbe incidere ancora la dinamica ancora sostenuta dei prezzi e la conseguente ulteriore erosione del potere d’acquisto. Un nuovo elemento di preoccupazione è dato inoltre dall’eccezionale ondata di caldo”, sottolinea la Confederazione, “cui è prevedibile che le famiglie risponderanno con un aumento dei consumi energetici, a discapito di altre voci di spesa. Il meteo inclemente, oltretutto, sta scoraggiando movimenti e shopping, rischiano di causare una brusca frenata o addirittura gelare le previsioni di un buon andamento dei saldi estivi”.

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