venerdì, 22 Novembre, 2024
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Nahuelito, il mostro lacustre che batte Loch Ness

Nel panorama delle leggende delle creature lacustri, troneggio il mito indiscusso del famoso mostro di Loch Ness in Scozia. Tuttavia, nel cuore della Patagonia argentina si cela una storia altrettanto affascinante e misteriosa, quella di Nahuelito, la creatura leggendaria che, secondo le credenze popolari, dimora nel lago Nahuel Huapi. Da oltre un secolo, questa enigmatica figura marina ha affascinato visitatori e abitanti locali, suscitando curiosità e alimentando l’immaginario collettivo.

La leggenda di Nahuelito affonda le sue radici nella cultura dei Tehuelche, un popolo di nativi americani che ha abitato le terre della Patagonia da tempi immemorabili. Secondo le antiche credenze della tribù, il mostro era carnivoro e pericoloso, una strana figura marina con una grande gobba e un lungo collo simile a quello di un serpente.

Uno dei primi avvistamenti documentati fu quello di George Garret, che nel 1910 raccontò di aver visto una creatura lunga tra i cinque e i sette metri, con un collo che emergeva dall’acqua per almeno due metri.
Stessa testimonianza da parte dell’esploratore statunitense Martin Sheffield, stabilitosi in Patagonia nel 1880, che descrisse un essere simile con un collo lungo e una testa che ricordava quella di un cigno in una laguna vicino al lago di Epuyén. Fu a seguito di queste testimonianze che Clemente Onelli, il direttore dello zoo di Buenos Aires e naturalista italiano, decise di organizzare una spedizione per indagare sul presunto mostro, nel 1922, concentrandosi su diversi grandi laghi della regione, compreso il Nahuel Huapi, per cercare prove dell’esistenza di Nahuelito.

La storia del presunto mostro catturò l’attenzione dei media argentini, che contribuirono a renderlo famoso a livello nazionale. Il quotidiano La Nación fu il primo a scrivere che la creatura somigliava a un plesiosauro, un rettile acquatico preistorico il cui primo scheletro completo era stato scoperto nel 1823 dalla paleontologa inglese Mary Anning. Altre testate come La Razón e La Prensa pubblicarono lunghi articoli corredati da illustrazioni, propagando ulteriormente la leggenda. L’immaginario collettivo legato a Nahuelito si radicò profondamente nella cultura locale, tanto che un’azienda locale mise in commercio pacchetti di sigarette con disegni del plesiosauro, mentre cantanti e musicisti ne furono altrettanto ispirati. Nel corso del secolo, molte persone hanno affermato di aver avvistato la creatura nel lago Nahuel Huapi o di aver scattato foto che sono state interpretate da alcuni come prove della sua esistenza. Nel 2020, la giornalista della Nación, Melisa Reinhold, ha dichiarato di aver visto e fotografato la creatura, superando così la sua iniziale incredulità.

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