giovedì, 19 Dicembre, 2024
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Card. Zuppi: “Parlare di pace non è non schierarsi”

“La guerra è una pandemia. Ci coinvolge tutti”. Con queste parole il Cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei ha parlato della guerra in Ucraina aprendo i lavori della 77esima Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana e ricordando la preoccupazione di Papa Francesco e il suo ricordare sempre il martoriato popolo ucraino. “Gli siamo grati per la sua profezia, così rara oggi, -ha detto Zuppi- quando parlare di pace sembra evitare di schierarsi o non riconoscere le responsabilità”.

“Siamo il popolo della pace, a partire da Gesù che è la nostra pace. Lo siamo per la storia del nostro Paese, per la sua collocazione nel Mediterraneo, cerniera tra Nord e Sud, ma anche tra Est e Ovest”, ha proseguito Zuppi. “Lo siamo per le radici più profonde e caratteristiche del nostro popolo. Come cristiani italiani, con il Papa, siamo chiamati a una fervente e insistente preghiera per la pace in Ucraina e perché si affratellino tutti i popoli della terra e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace. Preghino tutte le nostre comunità intensamente per la pace!”. “L’impegno di intercessione cambia la storia, come diceva Giorgio La Pira”.

L’alluvione e la solidarietà

Il cardinale Zuppi ha poi fatto rifermento all’alluvione che ha travolto l’Emilia Romagna. “In questo momento il nostro pensiero va all’Emilia Romagna, piegata dalla furia delle alluvioni, dalle esondazioni dei fiumi e dalle tante frane. L’acqua e il fango hanno mietuto vittime, devastato territori, distrutto abitazioni e aziende, cancellato ricordi e sacrifici. Anche questa volta piangiamo per esserci presi troppa poca cura della nostra Casa comune”. Ricordando l’importanza della solidarietà e dello spirito di comunità che i questi giorni si sta manifestando anche col lavoro di tanti volontari soprattutto giovani, il cardinale Zuppi ha parlato  della crisi del volontariato ”in sei anni il Paese ha perso un milione di volontari, ridotti oggi a 4.600.000: un dato – ha affermato Zuppi-che ci fa riflettere anche sulla necessità di motivare in profondità l’impegno per gli altri nei nostri ambienti”. ”La gratuità del servizio all’altro nel bisogno è un’esperienza sociale e spirituale: entrambi gli aspetti sono decisivi per farne una testimonianza profetica in un mondo dominato dalle logiche di mercato”

Protesta degli studenti e problema della casa

Nel suo intervento il Presidente della Cei si è soffermato anche sulla protesta degli studenti “una spa significativa di un più vasto disagio silenzioso”.

Secondo Zuppi “C’è un’Italia che soffre: i giovani, le famiglie, gli anziani, i senza casa, i precari, i poveri. La solitudine è una povertà in più. Quella delle periferie urbane, delle aree interne, parte importante, non come numero di abitanti, per l’ecologia umana e ambientale dell’Italia di domani”. Sul tema della casa il cardinale ha detto : “Non c’è vita degna e non c’è famiglia senza casa. Il piano della costruzione di alloggi pubblici è rimasto abbandonato da anni. Non fu così nei primi decenni del Dopoguerra. Perché l’Italia, da anni, non si fa casa ospitale per le giovani coppie e per chi non ha casa? Può essere utile la riconversione di parte del patrimonio pubblico per l’edilizia popolare. C’è un bisogno di casa a costi accessibili.”

La crisi demografica

Un problema quella casa che è anche un ostacolo ad una vera politica della natalità che-come ha sostenuto Papa Francesco non va opposta ma va integrata con una politica dell’accoglienza. Insieme  possono contrastare la crisi demografica che dura da anni e che costituisce una minaccia per il futuro.

Non rinviare lo ius culturae

“C’è un livello di difficoltà burocratica che rende difficile il percorso d’inserimento, i ricongiungimenti familiari, il tempo lungo per ottenere i permessi di soggiorno, mentre si trascurano i riconoscimenti dei titoli di studio degli immigrati (che pure sono un valore per la nazione) o ancora si rimanda una decisione sullo ius culturae “Con queste parole il cardinale Zuppi ha insistito sulla necessità di non chiedere le porte a chi bussa “Del resto abbiamo bisogno di migranti per vivere: li chiedono l’impresa, la famiglia, la società. Non seminiamo di ostacoli, con un’ombra punitiva, il loro percorso nel nostro Paese”

Lo spirito costituente

La revisione dell’architettura costituzionale italiana è un altro punto su cui il cardinale zuppi ha espresso il suo pensiero.  Per cambiare la Costituzione – ha sottolineato – è necessario ritrovare uno spirito costituente, come fu nel Dopoguerra, in cui tutte le parti sentirono la responsabilità comune: non era momento di lotta politica, ma possibilità di fondare la vita politica del futuro”. “Un primo banco di prova, come dichiarò il Consiglio Permanente nel settembre scorso, è una legge elettorale adeguata e condivisa”.

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