venerdì, 22 Novembre, 2024
Politica

Conti rosei e riforme urgenti

Niente recessione, crescita migliore del previsto, inflazione ancora alta ma in discesa, costi dell’energia in calo, nessuna rincorsa prezzi-salari, contratti a tempo indeterminanti che aumentano più di quelli a termine. Insomma il 2023 dovrebbe andare abbastanza bene per l’economia italiana. Musica per le orecchie del Governo ma anche richiamo a non cullarsi sugli allori.
Meloni dovrebbe cogliere le opportunità di questo andamento positivo dell’economia per accelerare sulle riforme strutturali necessarie per far risalire la competitività del sistema Italia. Poco o nulla è stato fatto negli ultimi anni in questa direzione.

I buoni risultati negli ultimi tre anni sono in gran parte dovuti al dinamismo straordinario della nostra impresa manifatturiera, soprattutto piccola e media, che si è data da fare, ha saputo cogliere le opportunità della ripresa post-covid e ha portato a casa risultati eccellenti. Ma non può bastare.

Se qualche piccolo passo avanti è stato compiuto con alcune riforme imposte dal Pnrr, ma ancora in fase di attuazione, molto resta da fare per recuperare l’efficienza di cui l’economia italiana ha bisogno. E solo attraverso questo recupero ci saranno le condizioni per far crescere in maniera significativa le retribuzioni che ristagnano da almeno 20 anni e che in termini reali hanno segnato un arretramento con un impoverimento preoccupante per una larga fascia di lavoratori e del ceto medio.

Competitività ed efficienza

Burocrazia, servizi carenti e distorsioni dei mercati sono gli ostacoli maggiori. Avendo un orizzonte di 4 anni e mezzo il Governo può e deve intervenire con decisione adottando anche provvedimenti drastici. In particolare bisogna radicalmente cambiare la Pubblica amministrazione, non con riforme macchinose e piene di buone intenzioni, ma intervenendo concretamente su processi, organizzazione, riqualificazione e ottimizzazione del personale. Bisognerà prendere di petto il problema della incapacità dell’Italia di spendere risorse disponibili: un problema in gran parte dovuto alla farraginosità delle procedure e alla confusione dei poteri tra Stato, Regioni e Comuni.

Come fare? Servono tavoli tecnici specifici su singole materie con tempi definiti per l’elaborazione di proposte. Intorno a questi tavoli devono sedersi non solo accademici e grand commis de l’état. Bisogna coinvolgere soprattutto le forze produttive del Paese, ascoltare le loro esigenze e insieme a loro identificare gli interventi chirurgici da realizzare con molta concretezza e determinazione.

Altrimenti, passato l’effetto del Pnrr l’Italia tornerà nel grigiore di una crescita insufficiente che farà crescere povertà, emarginazione, frenerà la domanda interna e cin indebolirà nel medio termine anche nella nostra capacità di competere sui mercati internazionali.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Bce alza di 50 punti base i tassi di interesse

Emanuela Antonacci

In Europa, Cina e Usa è allarme siccità

Federico Tremarco

I partiti e le partite delle prossime elezioni

Giuseppe Mazzei

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.