domenica, 24 Novembre, 2024
Esteri

Anche Dugin scarica il “re della pioggia”

Rimosso il post anti-Putin

Su internet è apparso un post, poi velocemente rimosso, in cui attacava duramente Putin arrivando a auspicarne l’eliminazione.

Cosa era scritto nel post: “Kherson è stata consegnata. Città russa, capitale di una delle regioni della Russia, come Belgorod, Kursk, Donetsk e Simferopol. Se non le importa, lei non è russo. I russi stanno stringendo i denti per il dolore, piangendo e soffrendo come se avessero strappato il cuore e ucciso figli, fratelli, madri e mogli davanti ai loro occhi. Se tu non senti adesso il dolore, sei una nullità. Il Potere politico è responsabile [ndr: di tutto questo]. Qual è il significato dell’autocrazia, e questo è ciò che abbiamo noi? Noi concediamo al Governatore il potere assoluto, e lui ci salva tutti, il popolo, lo stato, le persone, i cittadini, in un momento critico. Se si circonda di merda per farlo, o sputa sulla giustizia sociale, sarebbe spiacevole, ma solo per salvarlo. E se non ci salva? Allora è il destino del “re delle piogge”. L’autocrazia ha anche il rovescio della medaglia. Pieno potere nel successo, ma anche piena responsabilità nel fallimento.

Che cosa volevate [ndr: rivolto al popolo]? Come uscirne? Passare immediatamente da una dittatura sovrana a una dittatura commissariata, cioè introdurre un’ideologia. Il governatore ce l’ha quasi fatta. Ma di nuovo “quasi”. A Kherson”.

Quando fa riferimento al “Re della pioggia”, Dugin sta citando il testo scritto dall’antropologo scozzese James G. Frazer dove veniva raccontato che nelle società arcaiche, quando c’era la siccità, il popolo chiamava il cosiddetto “re della pioggia” esigendo che facesse piovere. Se il cielo continua ad essere senza nuvole, di lui veniva fatto un sacrificio umano. L’unica speranza di salvezza per il “re della pioggia” era che piovesse per tutta la stagione, così che la terra fosse fertile.

Dugin aveva già citato questo autore ed il suo racconto nel 2010 per sostenere l’ideologia di Putin. Ecco perché lo cita nuovamente oggi, ma con una finalità completamente diversa.

In sintesi, questo il suo pensiero, “L’autocrate che fallisce deve pagare anche con la vita”. Putin è avvisato.

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