La Russia taglia le forniture di gas dando un’accelerazione al piano di chiusura dei flussi verso Europa. L’Italia rimane il Paese più esposto ad una crisi del gas e i problemi sono già alle porte. Mosca ieri ha comunicato all’Eni che fornirà solo il 50% delle forniture richieste. In poche ore l’Italia è entrata in un territorio imprevedibile e rischioso. Sia per i livelli di approvvigionamento, – la Russia ha tagliato le forniture in modo unilaterale e senza tener conto delle richieste fatte dall’Eni -, sia per i rischi che ol Paese corre con l’arrivo dell’inverno in quanto non ci saranno riserve sufficienti. L’intera Europa inoltre è esposta alla crisi. Dopo i tagli alla Germania l’interruzione dei flussi è arrivata anche per la Francia. La società francese GRTgaz, invita le società a “continuare a riempire il più possibile i loro impianti di stoccaggio nazionali”. Segno che le prossime settimane saranno cruciali per l’Italia che ha un consumo doppio del gas.
Forniture, Mosca taglia il 50%
Il repentino taglio delle forniture di gas da parte della Russia rimette prepotentemente al centro del dibattito il tema della sicurezza energetica. L’Ocse, nel rapporto pubblicato nei giorni scorsi, stima che un blocco improvviso di tutte le importazioni di combustibili fossili dalla Russia, non compensato da scorte o da altri input energetici, determinerebbe un calo fino al 3% della produzione europea manifatturiera e dei servizi di mercato. Per l’Italia significa la sospensione di attività di decine di imprese. Nello scenario più severo proposto nella relazione della Banca d’Italia si ipotizza un inasprimento del conflitto associato ad una interruzione delle forniture di gas dalla Russia si determinerebbe una prolungata recessione dell’economia italiana, con un calo del PIL dello 0,3% nel 2022 e dello 0,5 nel 2023.
Confartigianato, lo studio
“La rarefazione dell’offerta sta tornando a spingere in alto i prezzi del gas”, sottolinea con preoccupazione la Confartigianato che sull’argomento ha fatto più di un approfondimento, “con le quotazioni di riferimento per il mercato europeo che sono ritornate sui livelli di fine marzo. Sulla base dei dati mensili, a maggio 2022 i prezzi in euro del gas europeo sono 3,8 volte quelli di 12 mesi prima; nei primi cinque mesi del 2022 risultano 10,3 volte la media del 2020”.
Imprese lockdown energetico
Oltre alla escalation dei prezzi ci sono pesanti ricadute sulle imprese. Si registrano diffusi casi di lockdown energetico e la riduzione della domanda di gas delle imprese manifatturiere. Sono infatti preoccupanti i dati diffusi da Snam Rete Gas. A maggio 2022 i consumi industriali di gas sono scesi dell’8,4%, dopo il calo dell’8,1% di aprile e quello del 10,3% di marzo. Un dato che ha un solo significato. Si riducono le ore di produzione, con un contraccolpo sull’economia, sull’occupazione e sui salari.
Kilowattora, costi a tutto gas
In Italia la pressione dei prezzi del gas si ripercuote su quelli dell’energia elettrica, dato il maggiore utilizzo di questa commodity nel mix di generazione. “L’Italia è al primo posto nell’Unione europea a 27 per energia elettrica prodotta con il gas”, osserva ancora la Confartigianato, “Sulla base dei dati pubblicati dall’Agenzia internazionale dell’energia dell’Ocse (IEA, International Energy Agency), negli ultimi dodici mesi terminanti a marzo 2022 l’Italia produce il 50,4% dell’energia elettrica con il gas e il 39,1% da rinnovabili”.
Nel rapporto si indicano anche i livelli di consumo degli altri Paesi Ue. Ad esempio la Germania, dopo il 43,6% di rinnovabili, il 29,8% arriva dal carbone mentre si ferma al 14,4% la produzione con il gas; in Francia domina, con il 67,2% della produzione, l’apporto del nucleare, seguito dal 23,1% di rinnovabili, mentre il gas si ferma al 6%. Da annotare un dato significativo. Nel primo trimestre del 2022 l’uso del gas sale del 27,9% su base annua in Italia, mentre scende del 1,6% in Germania.
Siccità e crisi idroelettrica
Con dinamica opposta la produzione di elettricità da rinnovabili, che registra una salita del 22,3% in Germania a fronte di una riduzione del 24,1% in Italia, appesantita dal crollo (-44,4%) di produzione idroelettrica causata dalla siccità.
Elettricità, record dei prezzi
Gli effetti sui prezzi dell’elettricità dei differenti mix sono evidenti: ad aprile il prezzo dell’energia elettrica in Italia sale del 68,6%, a fronte di un più limitato dinamismo in Germania, dove i prezzi salgono del 19,3%, e in Francia, dove l’aumento si ferma al 6,9%. L’analisi dei bilanci mensili del gas pubblicati dal Mite evidenzia un contenimento della dipendenza dalle forniture alla Russia. Nei primi due mesi di guerra l’import di gas è aumentato di 846 milioni di m3, pari al +6,4%, combinazione di un calo di 1.299 milioni di m3 standard (-25,3%) del gas in arrivo al Tarvisio, pressoché interamente proveniente dalla Russia, a fronte dell’aumento di 1.442 milioni m3 del gas azero in arrivo a Melendugno e dell’incremento di 1.254 milioni m3 di gas tunisino in arrivo a Mazara del Vallo. Rimane limitato (+107 milioni m3, pari al +4,9%) l’aumento del gas naturale liquefatto in arrivo ai rigassificatori mentre desta una qualche sorpresa l’aumento 846 milioni di m3 delle esportazioni, che a marzo-aprile del 2021 erano di 40 milioni di m3 e salgono a 885 milioni di m3 a marzo-aprile 2022.
L’import dai Paesi fornitori
Nel 2022 c’è stato un cambio nelle quote dei paesi fornitori di gas. L’analisi del valore delle importazioni per paese indica che nel primo trimestre del 2022 la quota più elevata rimane quella della Russia (37,0%, in forte riduzione rispetto al 46,6% del 2021), seguita da Azerbaigian (17,8%, quasi il doppio del 9,7% del 2021), Algeria (14,3%, era 22,8% nel 2021), Norvegia (8,7%, era 2,4% nel 2021), Qatar (8,2%, era 9,4% nel 2021), Stati Uniti (4,9%, era 1,2% nel 2021), Libia (3,2%, era 5,9% nel 2021) e Paesi Bassi (1,6%, era 0,6% nel 2021).
La calda estate dei prezzi
Il trend delle quotazioni delle commodities energetiche sarà al centro del webinar del 27 giugno con la presentazione del rapporto “La calda estate dei prezzi”, organizzato dall’Ufficio Studi e dalla Direzione Politiche economiche, di Confartigianato nell’ambito delle Sessioni streaming della Scuola di Sistema.