venerdì, 22 Novembre, 2024
Esteri

L’Europa abbraccia l’Ucraina. Se il tridente europeo va all’attacco

Draghi: "Da Mosca uso politico del gas. Zelensky non chiede nuove armi"

Nessuna incertezza: i tre grandi d’Europa sono con l’Ucraina, senza se e senza ma, per il suo ingresso in Europa, per la sua resistenza armata all’invasione russa, per il suo futuro di Paese democratico e libero. Alla guerra del gas che Mosca ha lanciato contro Roma e Berlino c’è una sola risposta: il tetto al prezzo. Draghi lo propone da mesi. Servirà a sgonfiare l’inflazione in casa nostra e ridurrà le risorse che Putin usa per aggredire Kiev. Italia, Francia e Germania insieme possono imprimere all’Europa un’accelerazione storica a cominciare da un intervento straordinario per contrastare la nuova emergenza economica.

Quel treno per Kiev è stato anche un simbolo. i tre Paesi fondatori dell’Europa hanno lanciato un segnale forte. All’Ucraina, alla Russia e al resto dell’Europa.

Italia, Francia e Germania sosterranno con forza la candidatura europea di Kiev al prossimo Consiglio europeo, ben sapendo che serve -ahinoi- l’unanimità e chiederanno all’Onu una risoluzione per sbloccare il grano ucraino.

Ma Draghi, Macron e Scholz hanno anche indicato la via per la pace e per il futuro dell’Europa.

La pace passa per il sostegno militare a Kiev che non ha chiesto nuove armi ma aspetta di ricevere quelle che le sono state promesse. Si tratta di armi moderne che richiedono addestramento per chi le deve usare. Serve ancora del tempo. Tempo che la Russia sfrutta per provare l’affondo finale nel Donbass tenendo sotto tiro Odessa, il sud del Paese e anche la stessa capitale. L’idea di prendersi tutto il Paese non è stata abbandonata dai falchi del Cremlino. Di fronte a Putin che non vuole il cessate il fuoco e che dice che non è tempo per parlare di pace, non resta che aiutare Zelensky a difendere il suo popolo.

La pace sarà quella che l’Ucraina vorrà. È la tesi di Draghi. Ora anche Macron e Scholz ne sono convinti. Nessuno potrà sostituirsi a Zelensky nelle trattative. Dunque tempi ancora lunghi per la guerra, a meno che Putin non cambi idea. Ma non pare che sia questa l’aria.

Le motivazioni addotte da Gazprom per la riduzione dei flussi di gas a Germania e Italia sono delle bugie, dice Draghi e denuncia l’ uso politico che Mosca ne fa per ricattare le due economie manifatturiere più forti. Occorre una risposta altrettanto forte. Draghi da 3 mesi ha proposto il tetto al prezzo del gas. La solita miopia di alcuni Paesi europei ha ritardato una decisione che è inevitabile ed è l’unica risposta a quella che ormai è diventata la guerra del gas che Mosca usa per finanziarsi gonfiando l0’inflazione che minaccia le nostre economie.

Solo se i tre grandi dell’Europa avranno una linea comune e determinata anche questa arma di Putin finirà per essere spuntata.

E qui veniamo al segnale di lungo periodo che Italia, Francia e Germania hanno dato da Kiev: L’Europa è paralizzata da procedure decisionali obsolete. Bisogna rendere tutto più snello e i Paesi più forti devono imprimere la velocità adeguata l’integrazione e al rafforzamento. È ora di cambiare. Do fronte alla nuova emergenza dell’inflazione serve una politica straordinaria dell’Europa come lo è accaduto per la pandemia.

L’autorevolezza dell’Italia guidata da Draghi può spingere anche due leader di Francia e Germania a premere l’acceleratore per rafforzare l’Europa che mai come adesso diventa un baluardo perla civiltà democratica e liberale contro lo strapotere delle autocrazie imperialistiche.

Fonte foto Imagoeconomica

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