“L’Europa esce a grande velocità dal punto di vista della ripresa economica. Ci sono dei tassi di crescita che non vedeva dal 1976. L’Italia da ancora prima. Un 5% in più per l’Italia è di grande valore. Naturalmente questo non cancella i rischi sociali e sanitari che abbiamo davanti. Un buon tasso di crescita non spazza via i problemi. Sarebbe la cosa più stupida pensare questo”.
Lo dice Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari Economici, in un’intervista al direttore di Repubblica, Maurizio Molinari. “La seconda questione è che non basta una buona crescita, perché noi abbiamo avuto una caduta del nostro Pil a livello europeo e ancor più a livello italiano. Come sapete nel 2020 l’economia ha perso più dell’8% – prosegue -. La domanda è: avremo solo un rimbalzo rispetto a dove stavamo prima oppure questo può essere l’abbrivio per una crescita duratura e sostenibile sul piano ambientale? Quindi abbiamo scommesse che si moltiplicano”.
Per Gentiloni “il piano del Recovery è molto impegnativo perché c’è una quantità di risorse notevolissima. Manca un po’ il senso che questa è una missione nazionale. Non è una questione che possa essere risolta solo dal governo. Duecento miliardi da spendere in 4 o 5 anni sono un’enormità. La misura più importante di una legge di bilancio, quando ero premier, valeva 6-7 miliardi. Dobbiamo comprendere che avviene una cosa straordinaria e questa è una missione nazionale”. Quella della giustizia “è una delle riforme principali che l’Europa chiede. Perché l’Italia ha un record negativo che è la lentezza della giustizia, in particolare civile. Questo è un handicap in particolare economico.
Per le imprese che vogliono investire nel nostro Paese, il fatto che una qualsiasi controversia abbia tempi non comparabili è un problema. Nel piano italiano, se ne parla poco, ma l’obiettivo principale per noi a Bruxelles è colmare questo ritardo. Anche i cittadini italiani hanno diritto a una giustizia con dei tempi europei. Per la prima volta ci sono dei passi avanti”.