mercoledì, 18 Dicembre, 2024
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I sindacati a Bianchi: un patto per la scuola con chi ci lavora

Insoddisfazione, con la speranza che la scuola abbia dal Governo una maggiore attenzione. Per ora il motto dei sindacati è; “Bianchi ci prova ma non convince”. La delusione arriva dalle linee programmatiche del ministero dell’Istruzione.

“I documenti che hanno accompagnato la relazione del ministro al Parlamento meritano un attento approfondimento”, spiega così il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.

Il sistema scolastico viene definito a giusta ragione, “motore di sviluppo”, del paese ma pone gli aspetti educativi e di partecipazione in tono minore, sacrificati sull’altare del Pil. “Un documento aperto, anche troppo, alla ricerca di un consenso esogeno, piuttosto che endogeno alla comunità educante”, osserva dubbioso l’esponente della Uil.

Per i sindacati infatti i nodi non ancora sciolti sono quelli legati al doppio ruolo della scuola, come istituzione educativa e nel contempo punto di riferimento occupazionale per migliaia di docenti, con tutte le regole burocratiche ed economiche che ne conseguono.

“Sarebbe utile tenere distinta la funzione nazionale del sistema di istruzione e quella delle tante azioni che rispondono alla domanda di servizio e al mercato”, propone la Uil. Riformare l’intera organizzazione della scuola, in questo speravano i sindacati. Un progetto strategico.

“Una fase costituente”, questa ci si aspettava, sottolinea Turi, “ma nel testo presentato non si vede il personale che lavora a scuola. Se ne vedono i limiti, si legge il loro ruolo in modo marginale, si perde il senso del lavoro e dei lavoratori”. “Se della scuola vogliamo parlare”, aggiunge Turi, “non è partendo dai competitors o dagli stakeolders che ne troviamo la funzione.  Bisogna evitare una confusione di ruoli tra insegnamento ed altro.

Il volontariato serve”, ribadisce il segretario Uil Scuola, “è una risorse nella misura in cui collabora ma non si sostituisce ai professionisti”. Il problema rimane anche la burocrazia che stringe l’attività scolastica.

“Si pensa all’autonomia”, riflette Turi, “ma non si considerano gli organi collegiali, affiancati e marginalizzati dagli interventi di supporto e da un sistema, ci sembra almeno, gerarchizzato e eterodiretto dall’amministrazione.

Registriamo lo stesso approccio: così come nel Piano nazionale, anche questo documento indica gli obiettivi, ma vanno trovate le soluzioni”. L’orizzonte evocato dal sindacato è quello di una presa di coscienza della complessità della scuola che di può esprimere al meglio solo valorizzando quanti ci lavorano.

“Per questo serve il patto per la scuola con il sindacato”, conclude Turi, “Serve un coinvolgimento ampio, a partire da chi nella scuola lavora.”.

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