martedì, 16 Aprile, 2024
Società

Michele Greci: “Osmosi fra Musica e Liuteria”  

Michele Greci è un Concertista Chitarrista di gran pregio, Docente al Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino, specializzato soprattutto in Paleografia Italiana e Musica antica, negli ultimi anni si è affermato in Europa e nel mondo per aver ideato e costruito un nuovo tipo di Chitarra Classica che rappresenta di fatto una rivoluzione nel campo della liuteria tradizionale.                                                                                                                                                                     Un modello è stato donato anche a Sua Santità “Giovanni Paolo II” che lo ha collocato nella sua collezione privata.

Maestro Greci, sei un Concertista e Didatta, ma da sempre anche un Ricercatore di “Acustica Musicale applicata”, Ti occupi di “Restauro” e “Conservazione” degli strumenti musicali, ovviamente in modo speciale di tutto ciò che orbita intorno alla Chitarra. Come intersechi le Tue “Passioni” e quindi il Tuo Lavoro ?
Il mondo della Chitarra ha sempre rivestito un enorme fascino per me, poiché è un mondo variegato e coloratissimo, pieno di stimoli a tutti i livelli. La mia curiosità mi ha portato nel tempo ad approfondire molti lati di questo mondo, per cui ho insegnato con grande piacere in Conservatorio, ho scritto molti saggi ed un paio di libri di Storia della Chitarra (il primo in collaborazione con C. Carfagna, ed il secondo in collaborazione con C. Carfagna e R. Fabbri), mi piace tenere concerti e soprattutto realizzare i miei progetti, sia come ricercatore che come liutaio.
Sono molte vite che viaggiano in parallelo, ma non può essere altrimenti.
La chitarra che ho ideato è partita da una mia necessità musicale, e la mia ambizione è che possa diventare un nuovo stimolo sia per lo studio che per I’esecuzione e la composizione di nuovo repertorio. Di fatto, ho già all’attivo alcuni brani composti per questa chitarra.

E’ singolare che molti Compositori hanno scritto per Te ma anche per il Tuo “modello” di Chitarra. A parte la grande soddisfazione, come vivi la duplice “responsabilità”?
Proprio come una grande responsabilità, sia di esecutore che di ricercatore…in ambedue i campi, l’orizzonte spazia verso l’infinito, ed anche il lavoro quotidiano non può concedersi soste…

Innanzitutto la Chitarra deve essere uno strumento musicale. Sembra una banalità, perciò mi spiego meglio: uno strumento musicale è quell’oggetto che permette all’esecutore di leggere una partitura (idea musicale trasmessa) e di riprodurla musicalmente, arricchendola delle proprie capacità interpretative e tecniche. Tutto questo processo si svolgerà al meglio tanto più preciso e rispondente sarà lo strumento musicale adoperato. Le carenze dello strumento musicale, più sono estese, più vanno a corrompere il lavoro dell’interprete, fino addirittura a stravolgerne l’idea esecutiva. Uno strumento musicale ideale dovrebbe quindi essere pronto, duttile e docile alle sollecitazioni anche meccaniche dell’interprete.

La caratteristica più evidente è che la metodologia da me ideata garantisce risultati costanti.
Per quanto riguarda le mie chitarre, esse sono oggettivamente di buona potenza sonora, non perdono sonorità man mano che le dita si spostano verso i suoni acuti (suonano forte nello stesso modo sia con le corde a vuoto che al dodicesimo tasto), hanno un grande equilibrio tra le corde e una lunga tenuta di suono, in ogni nota. 0gni nota ha le sue formanti, anche quando suonata singolarmente. Le formanti però non si assommano aquelle delle note successive, generando battimenti, ma mantengono e trasmettono invece la loro energia alla nota successiva, garantendo così la durata delle note stesse. E’come avere un “pedale di espressione” di Pianoforte, senza il disagio di dover sopprimere i suoni residui. Particolarità dominante è la sua grandeproiezione ed espansione del suono. II timbro è quello tradizionale, ma estremamente duttile e pronto. La dinamica va dallo sfioramento al fortissimo, senza scalini improvvisi. In ultima analisi, si tratta di una chitarra che facilita il lavoro dell’interprete. Grazie al cielo, queste caratteristiche mi sono state confermate da tutti coloro fino ad ora la hanno suonata, altrimenti “chi si loda…”

Maestro, Hai scritto Saggi, Metodi, pubblicazioni Didattiche e afferenti la Storia dello strumento.                                                                                                                                                    In quale acque naviga la Chitarra di oggi? In quali porti, secondo Te, approda nel Terzo Millennio?
Stiamo stranamente vivendo una enorme dicotomia storica. Da una parte iI continuo “tutto e subito” della cultura (?) usa- e-getta, che non concede spazio alla riflessione, ci bombarda e ci stende con i troppi stimoli, troppe apparenti possibilità, troppi traguardi. Dall’altra, e forse come risposta, esiste però ancora l’attenzione per il lavoro costante e costruttivo, che genera risultati solo attraverso iI lavoro assiduo. Chiaramente le due parti non sono equanimi, e la seconda è decisamente in minoranza. Ma se guardiamo alla Storia, di fatto è sempre stato così. C’è stato un periodo in cui questo non si poteva dire, tutti dovevano fare tutto, essere tutto. Il Tempo ci ha dimostrato il contrario. In questa ottica, il futuro della liuteria mi appare abbastanza roseo, purché i prodotti che essa riuscirà ad offrire siano di qualità sempre più elevata.

Maestro, infine, la Chitarra “GRECI”, ormai “collaudata”: Quale futuro, Prospettive, ulteriori progetti? 
L’attuale pandemia ha condizionato praticamente tutto il mondo dello Spettacolo e dell’Arte in generale…nel prossimo futuro dovrei effettuare delle registrazioni presso la Discoteca di Stato a Roma, con relativa diffusione nazionale, e ricominciare a partecipare a Concorsi, Concerti e Fiere musicali. Nell’ambito di questa spinta verso un ritorno alla normalità vorrei anche ricordare che il Maestro Simone Onnis, un eccezionale concertista, ha deciso di utilizzare una mia chitarra per le sue prossime tournèe e per la registrazione di un CD. A conclusione, vorrei citare il motto dell’immenso Gandhi:

“Vivi come se dovessi morire domani ed impara come se dovessi vivere per sempre”

 

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