venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Bonetti: parità di genere per lo sviluppo sostenibile

L’impegno di Inclusione segna un salto di qualita’ nel riportare la valutazione dell’impatto di genere al centro delle politiche nell’attuazione degli obiettivi prioritari del Next Generation Eu.

“Serve assumere un approccio sistemico nel trattare la parita’ di genere riconoscendola come elemento costitutivo dello sviluppo sostenibile e possibile del nostro Paese”. Queste le parole della Ministra per le pari opportunita’ e la famiglia, Elena Bonetti, intervenuta al dibattito “Parita’ di genere da tatticismo ad approccio sistemico” organizzato da #InclusioneDonna in collaborazione con il Centro Studi Americani di Roma alla presenza della former Director, Carlotta Ventura, e moderato da Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera.

“Il premier Draghi lo ha posto come cardine nel primo dibattito sulla fiducia e ancora di piu’ lo stiamo interpretando nel dibattito politico per il G20 e nella visione sistemica che si vuole adottare.

Coerentemente con il Next Generation Eu e le linee europee stiamo preparando il primo piano strategico nazionale per la parita’ di genere – spiega Bonetti – Serve visione, verificabilita’ degli obiettivi prefissati e monitoraggio. Il nostro Paese si e’ dotato di un bilancio di genere per la valutazione delle politiche pubbliche. Occorre ampliare gli strumenti per aumentare la presenza femminile nel mercato del lavoro, investire in imprenditoria femminile, formazione, infrastrutture sociali e fiscalita’ agevolata”.

Adottare un approccio integrale per una ripartenza che modifichi le condizioni di sviluppo dell’economia italiana tristemente bloccata da oltre quindici anni agli ultimi posti in classifica in quanto a livelli di occupazione femminile, mentre a crescere sono le diseguaglianze tra uomini e donne. Indispensabile individuare le misure adatte attraverso parametri e organismi che siano in grado di valutare gli impatti delle politiche sulla parita’ di genere.

Trasversalita’ della dimensione di genere che vede una necessaria rottura degli stereotipi e’ la visione di Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze. “E’ una impostazione sbagliata definire categorie fragili le donne che hanno bisogno di politiche mirate a coprire i gap – secondo Guerra – tali misure specifiche, come ad esempio le politiche di decontribuzione, non sono amiche delle donne ma le pongono in situazione di svantaggio nel mercato del lavoro quando invece rappresentano piu’ della meta’ del cielo”.

“Le difficolta’ di ingresso nel mondo del lavoro sono legate ad un problema di stereotipi – afferma la sottosegretaria – un fatto culturale legato al ruolo storico della donna nella struttura sociale organizzativa dove il lavoro di cura e di accudimento ha avuto un connotato femminile ora cambiato ma che ha creato una condizione di partenza di svantaggio”. “Occorre fare grandi passi e il bilancio di genere e’ uno strumento di partenza – sottolinea Guerra – da potenziare abbinandolo ad un monitoraggio dell’impatto delle politiche sulla discriminazione di genere attraverso indicatori tempestivi e articolati”.

Disparita’ tra donne e uomini aumentate con il Covid come ha sottolineato l’analisi di Federiga Bindi Senior, fellow Institute for Women’s Policy Research.

Sebbene nel PNRR la parita’ di genere sia stata riconosciuta come priorita’ trasversale per la crescita socio economica del Paese e non solo un tema di assistenzialismo e inclusione sociale, non esiste una quantificazione precisa degli investimenti specificamente dedicati ad aumentare l’occupazione femminile “Il Governo ha messo in atto negli ultimi due anni iniziative in tema di occupazione e rappresentanza femminile nelle societa’ pubbliche e private accogliendo spesso le istanze di #InclusioneDonna e questo e’ per la nostra grande rete sicuro motivo di orgoglio – sottolinea Sila Mochi, coordinatrice di Inclusione Donna – Occorre pero’ fare un ulteriore passo in avanti cogliendo l’occasione del Next Generation EU, per recuperare l’estremo ritardo nel traguardare gli obiettivi di riduzione del gender gap e di realizzazione di una societa’ piu’ giusta e paritaria”.

 

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