giovedì, 25 Aprile, 2024
Economia

Farmaci, Aschimfarma: “Ue deve tornare ad avere importanza centrale”

“L’Italia è il primo paese europeo per numero di imprese produttrici di principi attivi farmaceutici, con oltre 72 aziende per 109 siti produttivi e una quota export pari all’85%. Qualità e sicurezza nella produzione, attività di ricerca e innovazione ben superiore alla media manifatturiera, rispetto dell’ambiente sono sempre stati i criteri distintivi dei produttori italiani. Fattori che ci hanno consentito di rafforzare la nostra immagine e resistere agli attacchi da parte dei paesi asiatici. Certo, bisogna fare ancora di più”. Così Paolo Russolo, presidente di Aschimfarma, (l’associazione di Federchimica che rappresenta in Italia i produttori di principi attivi farmaceutici) accoglie e rilancia con forza la proposta dell’European Fine Chemical Group (EFCG) al meeting della Commissione europea per una nuova strategia farmaceutica in Ue.

Attualmente la filiera europea dei medicinali dipende per oltre il 74% dalle forniture provenienti dall’Asia. Durante l’epidemia di Covid-19 è emerso che questa condizione mette a rischio i sistemi sanitari europei.

In passato l’Europa era il fulcro globale per lo sviluppo e la produzione di medicinali, ma ha gradualmente perso la sua importanza, acquisita da altre regioni del mondo. La conseguente forte dipendenza dell’Europa dall’Asia negli ultimi anni ha aumentato il verificarsi di carenze di medicinali essenziali, costituendo un rischio per la sicurezza sanitaria dei pazienti europei e imponendo un pesante fardello ai sistemi sanitari. “Dobbiamo coordinare i nostri sforzi – prosegue Russolo – per una produzione solida, affidabile, competitiva e sostenibile”. Tanto più che altre parti del mondo si stanno organizzando per garantire la propria sovranità sanitaria.

“L’autonomia sanitaria dell’Europa dipenderà in gran parte dalla sua capacità di mantenere e sviluppare la sua base industriale esistente, nonché di investire in tecnologie innovative e sostenibili. Le nostre imprese – sottolinea Russolo – si impegnano ad accettare questa sfida e lavoreranno a stretto contatto con la Commissione Europea e lungo l’intera catena del valore per creare le condizioni per migliorare la resilienza del sistema sanitario europeo. E’ proprio in questa direzione che le principali associazioni farmaceutiche della supply chain italiana (Federchimica Aschimfarma, Egualia e Farmindustria) si sono subito attivate, presentando il ‘Progetto per il reshoring di farmaci e principi attivi farmaceutici in Italia’ coordinato dal cluster Alisei”, conclude.

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