venerdì, 29 Marzo, 2024
Economia

Conto corrente in rosso? Da gennaio l’incubo: segnalazione alla Crif, e blocco dei pagamenti. Sono norme europee

Le nuove norme. Conto corrente in rosso? Scatta la stretta, segnalazione alla Crif, e blocco dei pagamenti.

Il conto alla rovescia è iniziato, ma contro il blocco dei Conti in rosso, anche per poche decine di euro, non c’è nessun vaccino. Anzi la corsa al blocco dei Conti correnti, quindi di pagamenti di bollette, mutui, rate di finanziamenti, manderanno all’aria i già precarissimi bilanci delle famiglie. La batosta, che per molte imprese sarà peggio della pandemia, passa ancora sotto silenzio, salvo sui giornali di notizie economiche e fiscali. I fatti dicono che tra pochi giorni, ossia da gennaio per i conti correnti cambieranno le regole, con una stretta. In particolare, l’allarme è per i conti ‘in rosso’: gli addebiti automatici non saranno più consentiti.

In pratica: se i clienti non avranno sufficienti disponibilità liquide sui loro depositi bancari ci sarà il blocco. La stretta prevede l’automatico stop ai pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali, rate di finanziamenti. L’allarme, finora rimasto in sordina, in particolare dai telegiornali che non spiegano cosa significherà la stretta creditizia, è stato lanciato dal Centro studi di Unimpresa che, spiega le conseguenze dell’entrata in vigore delle nuove norme dettate dall’Eba, l’autorità bancaria europea. Va ricordato che le nuove norme impongono alla banca, dopo tre mesi di mancati pagamenti di soli 100 euro, di segnalare il cliente alla centrale rischi e di classificare tutta la sua esposizione come “crediti malati”.

Per il vicepresidente di Unimpresa, Salvo Politino “Il nuovo quadro regolatorio, che non è stato sufficientemente spiegato dalle banche, è preoccupante. Non saranno più possibili”, fa presente Politino, “nemmeno piccoli sconfinamenti e questo vuol dire, per molti artigiani, commercianti, piccoli imprenditori e anche per molte famiglie, non poter più usufruire di quelle piccole forme di flessibilità che, specie in questa fase così critica a causa degli effetti economici della pandemia Covid, sono fondamentali per far fronte ai pagamenti di utenze o altri adempimenti, come gli stipendi e i contributi previdenziali, le rate di finanziamenti e mutui”.

Di fatto, secondo Politino: “c’è il rischio di una fortissima stretta al credito, conseguenza inevitabile delle segnalazioni alla centrale rischi e della riclassificazione degli affidamenti della clientela in caso di piccoli arretrati”. La situazione diventerà complessa e delicata per milioni di titolari di conti correnti.

“Da gennaio”, spiega ancora il Centro studi di Unimpresa, “chi ha il conto corrente ‘scoperto’ corre il rischio di risultare immediatamente ‘moroso’ nei confronti di vari soggetti, dalle finanziarie all’Inps, dai dipendenti
alle aziende cosiddette utility come energia, gas, acqua, telefono”. Il risultato sarà che il cliente verrà classificato come cattivo pagatore, tutta la sua esposizione verso la banca sia classificata come non
performing loan e sia inviata la segnalazione alla centrale rischi.

La stretta al credito per le Pmi fa suonare anche un altro allarme concreto, ed è quello di una improvvisa mancanza di piccola liquidità, derivante dallo stop improvviso ai conti in rosso, ma anche di una significativa stretta al credito. Come reagiranno e si stanno organizzando, invece, le banche? Sembra che il quadro non sia omogeneo, d’altronde finora le banche non hanno avvisato i loro clienti della stretta e delle conseguenze immediate. Qualche Istituto potrebbe avere un atteggiamento meno duro e avere un approccio più morbido verso i clienti, almeno una parte di questi, quelli che magari non hanno una situazione finanziaria troppo complicata, ma è una ipotesi. Può essere, invece, che gli istituti di credito applichino alla lettera la norma e il pugno di ferro. In assenza di fondi sufficienti a coprire il pagamento, la banca blocca l’operazione e cancella il relativo Rid (disposizioni automatiche di pagamento). Tutto questo vuol dire che il cliente della banca diventa moroso nei confronti del titolare del Rid.

Addio alla flessibilità sul conto corrente, così magari ci si potrà salvare dalla pandemia ma non dalla crisi finanziaria e dalle regole, che virus o meno, scatteranno senza nemmeno che ci sia stata una spiegazione, o, alcuni mesi, per prepararsi alla stretta.

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