Il Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), Riccardo Alemanno, il 2 novembre scorso aveva inviato una lettera al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Sen. Roberto Gualtieri, al Sottosegretario di Stato, Prof.ssa Maria Cecilia Guerra ed al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Avv. Ernesto Maria Ruffini, evidenziando la necessità di prevede la sospensione delle scadenze fiscali e contributive per i contribuenti assistiti da un professionista intermediario fiscale il cui studio fosse posto in quarantena. Ieri è giunta la risposta dell’Agenzia delle Entrate,
Divisione Contribuenti Settore coordinamento e programmazione Ufficio adempimenti e sanzioni, che evidentemente non poteva che rimarcare l’attuale situazione normativa, dando un parere negativo circa la possibilità di invocare cause di forza maggiore e che allo stato attuale la responsabilità ricade sempre sul contribuente anche quando abbia delegato un intermediario per ottemperare ai propri adempimenti fiscali.
“ Ringraziamo l’Agenzia delle Entrate per la risposta, ma se da un lato comprendiamo che sia un problema normativo di volontà politica, non condividiamo invece la lettura di causa di forza maggiore, poiché sino ad oggi riferita sempre ad eventi localizzati ma qui si tratta di una pandemia nazionale , mondiale, nulla a che vedere con nessuna precedente emergenza” dichiara il Presidente dell’INT Riccardo Alemanno, che aggiunge: “avevamo inviato la richiesta di sospensione delle scadenze anche al Direttore dell’Agenzia Ruffini poiché abbiamo voluto coinvolgere nel problema tutti gli attori istituzionali del sistema fiscale, magari sperando in una estensione del riferimento alla causa di forza maggiore, che noi riteniamo sia più che compatibile con una pandemia nazionale ed internazionale che non è neppure paragonabile con precedenti situazioni emergenziali del Paese dal dopoguerra ad oggi. Volendo però evitare ogni rischio di contenzioso al contribuente ed al suo intermediario fiscale che oggi meno che mai ne sentono il bisogno, è evidente che occorra un intervento normativo del Governo o del Parlamento. Continueremo a lavorare in tal senso cercando per far comprendere l’importanza della nostra richiesta, che serve ad evitare ulteriori ansie ai contribuenti ed ai professionisti che li assistono, oltre che evitare sanzioni pesanti derivanti dal ritardo degli adempimenti. Ci auguriamo che anche altre categorie nel sostenere tale richiesta siano meno egoistiche che in precedenti occasioni e che sostengano il riferimento agli intermediari fiscali abilitati perché così non si escluderebbe nessuna figura professionale del settore tributario sia del comparto ordinistico, sia del comparto associativo della Legge 4/2013. Ci auguriamo che in questa situazione di emergenza sanitaria si possa trovare un po’di unità d’intenti nel settore delle professioni che si occupano di consulenza tributaria. Ovviamente anche il legislatore non deve mai dimenticare che nel comparto professionale nel nostro Paese operano oltre 400 mila professionisti che fanno riferimento alla Legge 4/2013, che con i loro versamenti previdenziali alla gestione separata dell’INPS sostengono l’unica componete in attivo del bilancio dell’ Ente previdenziale pubblico, la politica e le istituzioni devono evitare di sostenere richieste di ‘egoismo professionale’ che escludano in modo discriminatorio i professionisti di cui alla Legge 4/2013 quali i tributaristi.”