sabato, 16 Novembre, 2024
Economia

Fondi UE trascurati

Non è possibile determinare con esattezza la cifra dei finanziamenti che dall’Unione Europea, giungono in Italia. Su base nazionale, per periodo 2014 – 2020, un bilancio lo si può avere solo per i Fondi strutturali e di investimento europei, cioè finanziamenti indiretti, gestiti congiuntamente dalla Commissione Europea e dai Paesi Ue. Dal 2014 al 2020 all’Italia sono stati destinati 75 miliardi e 164 milioni di euro, di cui 44 miliardi e 656 milioni tratti dal bilancio della Ue, mentre i restanti 30 miliardi e 508 milioni sono presi dal bilancio italiano come forma di cofinanziamento.
A Bruxelles dall’Italia al bilancio Ue sono stati versati dal 2014 al 2017 in tutto 55 miliardi e 226 milioni di euro a cui si devono aggiungere altri tre anni di bilancio mancanti al 2020. Si può stimare che siano altri 41 miliardi di euro, per un totale di 96 miliardi di euro che Roma versa a Bruxelles.
Un saldo negativo che varia di anno in anno: nel trienno 2014/2017 circa 9.167 milioni di euro.
Ma altri soldi arrivano in Italia – come agli altri Paesi Ue – grazie ai finanziamenti diretti della Ue. Vi sono infatti quelli diretti erogati dalla Commissione europea, oltre 102 miliardi di euro dal 2014 al 2020 con lo scopo di sostenere le eccellenze e i migliori progetti. Sono sempre finanziamenti a fondo perduto, ma a gestione diretta della Commissione Europea per tutta l’Unione e che, fra i criteri di assegnazione a un progetto, prevede pure quello del bilanciamento geografico, di cui 80 miliardi di euro sono destinati al programma Horizon destinato alla ricerca e all’innovazione (eccellenza scientifica, leadership industriale e sfide della società)
Una disparità in negativo per la nostra nazione ma che non considera questa citata opportunità dei finanziamenti diretti che potrebbe far recuperare ben oltre quanto erogato in più qualora lo Stato riuscisse ad assistere le imprese destinando maggiori finanziamenti, al posto di ridurli, alla ricerca privata e alla formazione dei propri quadri dirigenti.
Pertanto, diamoci da fare e utilizziamo la famosa inventiva italiana e la professionalità dei nostri economisti per utilizzare tutti gli strumenti comunitari a disposizione. Non è con una semplice sottrazione tra entrate ed uscite della Nazione che si può liquidare una partita, economica e politica troppo complessa, tra L’Italia e la UE, con dichiarazioni spesso definiti, a torto, sfavorevoli.

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