giovedì, 18 Aprile, 2024
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Legge anti omofobia: mentre il Parlamento ne discute, la Regione Campania approva la legge

Il 17 maggio l’Arcigay ha diffuso il dato circa le violenze di genere in Italia: in un anno sono stati 138 gli episodi di omotransfobia censiti. 

Di questi 74 sono avvenuti nel Nord Italia, 30 al Centro, 21 al Sud e 13 nelle Isole. In 32 casi si è assistiti a vere e proprie aggressioni, 13 sono stati adescamenti a scopo di rapina, ricatto o estorsione, 9 violenze familiari, 31 discriminazioni o insulti in luoghi pubblici, 17 scritte infamanti, 25 hate speech e incitazione all’odio, scatenati da esponenti politici, gruppi, movimenti. 

Secondo i dati raccolti dal servizio Gay Help Line nell’ultimo anno, su un campione di oltre 20 mila contatti si è avuto un incremento del 17% di ricatti e minacce e del 3% di mobbing sul lavoro, che raggiungono rispettivamente il 28% e il 15%. Senza contare gli episodi di discriminazione perpetrati ai danni della comunità LGBT+: il 52,08% delle persone trans under 18 ha subito episodi di discriminazione di media o grave intensità e il 20,83% di grave entità. Il 39,85% degli under 18 ha subito episodi di discriminazione di media o grave intensità e il 18,82% di grave entità.

Eppure in Italia si attende da troppo tempo una legge contro l’omofobia. A differenza di molti Paesi europei, nel nostro non esiste una legge ad hoc che punisca i reati di discriminazione fondati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. 

Il primo a proporne l’introduzione è stato Nichi Vendola nel 1996. L’ultimo tentativo è stato fatto dal deputato del Partito democratico, Alessandro Zan, che ha presentato una proposta nel maggio 2018, dal 3 agosto 2020 in discussione in Assemblea. Una proposta basata sull’ipotesi di estendere la normativa già esistente sui reati d’odio (articoli 604-bis e 604-ter del codice penale) ad attacchi e comportamenti dovuti all’orientamento sessuale, al genere e all’identità di genere.

Ma mentre dobbiamo ancora attendere per una legge nazionale, la Ragione Campania con 34 voti favorevoli e uno solo contrario, il 5 agosto ha approvato la legge contro l’omofobia, seguendo la scia tracciata dall’Emilia-Romagna che ha raggiunto il risultato sperato nel luglio 2019, dopo quasi 40 ore in aula consiliare. 

«Una legge importantissima per il futuro di questa terra, ma non solo. Dalla nostra Regione, – ha affermato Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli – dalla più grande regione del meridione, arriva un segnale chiaro e preciso al legislatore nazionale per colmare quel vuoto legislativo imperdonabile che fa dell’Italia l’unico Paese tra i fondatori della Comunità Europea a non avere una legge specifica contro i crimini d’odio legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere».

Non è stato certamente semplice raggiungere tale risultato: nei giorni precedenti all’approvazione, è stata necessaria una mobilitazione da parte delle associazioni locali, perché la proposta rischiava di impantanarsi e non arrivare nemmeno in aula. 

A livello nazionale tra provocazioni e raffiche di emendamenti, la situazione è ancora più ingarbugliata. C’è chi, come Fratelli d’Italia l’ha definita una “legge liberticida” o “bavaglio contro la libertà di espressione”. 

Il progetto è arrivato in Parlamento non privo di dissensi: in commissione si sono espressi favorevolmente tutti i partiti della maggioranza di governo, mentre Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro. Forza Italia, invece, non ha partecipato al voto “in segno di apertura”. Anche la Chiesa tramite la Conferenza episcopale italiana (Cei), si è schierata contro il disegno di legge. 

Tutto questo lascia presagire che, seppure il ddl sia arrivato in aula entro la fine di luglio, come nelle intenzioni, non sarà certo una strada in discesa. È probabile che, tra l’ostruzionismo di FdI e Lega, l’eventuale questione pregiudiziale di costituzionalità e l’incognita di Forza Italia, il progetto verrà esaminato a settembre.

Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay, commentando l’approvazione della legge campana si è detto fiero per i successi raggiunti a livello locale, anche grazie alle battaglie delle associazioni. «Tutte queste battaglie, – ribadisce – però, sono ancora in attesa della battaglia più grande, quella per una legge nazionale: confidiamo sul fatto che questi segnali vengano colti dal nostro Parlamento e che si traducano, alla ripresa dei lavori d’aula dopo la pausa estiva, nella rapida approvazione di una legge efficace».

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