Il Messico si prepara a scaricare circa 400 milioni di galloni di liquami nel fiume Tijuana. Jim Desmond, supervisore della contea di San Diego, ha dichiarato che la manutenzione programmata del sistema fognario, situato al di là del confine con la contea, rischia di trasformarsi nuovamente in un problema per gli Stati Uniti. “Ogni volta che effettuano lavori di manutenzione dal loro lato del confine, invece di deviare i liquami verso un impianto di trattamento, questi finiscono nel fiume, nei canali e, alla fine, negli Stati Uniti e nell’oceano – ha spiegato Desmond – Il Messico li scarica direttamente nel grande canale di drenaggio chiamato fiume Tijuana, che scorre a valle. Purtroppo, a valle ci sono gli Stati Uniti”. Secondo Desmond, invece di gestire adeguatamente le acque reflue, il Messico sembra scaricare la responsabilità sugli USA. Questo problema persistente ha portato a chiusure delle spiagge e a gravi conseguenze ambientali, con rifiuti tossici e deflusso di acque reflue che continuano a contaminare il territorio americano. Martedì, il direttore dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA), Lee Zeldin, ha annunciato l’intenzione di recarsi al confine di San Diego per affrontare la questione delle “indecenti acque reflue messicane” che arrivano negli USA. Desmond ha sottolineato che le autorità messicane non hanno motivazioni sufficienti per risolvere il problema, poiché non sono state ritenute responsabili. Ha suggerito che gli Stati Uniti potrebbero esercitare pressione sul Messico adottando misure come la limitazione dei visti e del traffico transfrontaliero, soprattutto se il problema continuerà a portare alla chiusura delle spiagge. Il fiume Tijuana, che scorre vicino a un centro commerciale sul lato statunitense del confine, rappresenta un rischio sanitario significativo per i residenti locali. Oltre alle spiagge contaminate, anche i Navy SEAL e le reclute militari si addestrano vicino alle aree colpite dal deflusso tossico.