Le Filippine hanno accusato, martedì, la Cina di intimidire i pescatori locali in una secca contesa nel Mar Cinese Meridionale, sostenendo che Pechino, inviando la sua più grande nave della guardia costiera nelle acque di Manila, abbia reso “normale” una “presenza illegale”. Questo evento si inserisce nel contesto delle crescenti tensioni tra le Filippine, alleate degli USA, e la Cina, a causa delle loro rivendicazioni sovrapposte sulla rotta marittima del Mar Cinese Meridionale. Le Filippine hanno protestato questo mese contro la presenza di imbarcazioni cinesi nella loro zona economica esclusiva di 200 miglia nautiche, inclusa la nave 5901, lunga 541 piedi, avvistata a 77 miglia nautiche al largo della provincia di Zambales. Jonathan Malaya, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale delle Filippine, ha esortato Pechino a ritirare la nave, sostenendo che fosse utilizzata per intimidire i pescatori intorno a Scarborough Shoal. “Siamo sorpresi dall’aggressività crescente della Repubblica Popolare Cinese nell’uso di questa nave mostruosa – ha dichiarato Malaya – Si tratta di un’escalation e di una provocazione. È un chiaro tentativo di intimidire i nostri pescatori e privarli del loro legittimo sostentamento”. L’ambasciata cinese a Manila ha affermato che la secca, chiamata “Huangyan Dao”, è territorio cinese e che le sue azioni sono “pienamente conformi alla legge”. Dal 2012, quando la Cina ha preso il controllo di Scarborough Shoal dopo uno scontro con le Filippine, le sue navi della guardia costiera hanno mantenuto una presenza costante nella zona. La guardia costiera filippina ha dichiarato di aver inviato due delle sue imbarcazioni più grandi per allontanare la nave, la cui presenza, secondo il portavoce, mira a normalizzare “l’impiego illegale” delle imbarcazioni cinesi nella ZEE di Manila.