“L’attacco di venerdì contro l’ospedale Kamal Adwan ha messo fuori servizio l’ultima grande struttura sanitaria nel nord della Striscia”, situata a Beit Lahia, ha dichiarato L’Organizzazione Mondiale della Sanità sul suo profilo X. “Le prime notizie indicano come alcune parti chiave dell’ospedale siano state gravemente incendiate e distrutte durante il raid. ”60 membri del personale e 25 pazienti sono in condizioni critiche”, spiega l’organizzazione. Venerdì mattina, il centro ospitava circa 350 persone, tra cui 75 feriti e malati, oltre a 180 membri dell’équipe medica. Dopo il bombardamento, l’esercito israeliano ha anche dato fuoco all’ospedale, come reso noto dal ministero della Sanità del territorio palestinese, e arrestato “decine di membri del personale medico, compreso il direttore, Hossam Abu Safiyeh”. L’ospedale è stato evacuato e centinaia di persone che vivevano nelle vicinanze sono state “costrette a rifugiarsi nella scuola Al Fajura e nell’ospedale indonesiano”, che manca di molti servizi, compresa l’acqua, di Jabaliya.
Hamas: “Non ci sono miliziani”
In una dichiarazione ufficiale, le forze armate israeliane hanno descritto l’ospedale come una “roccaforte delle organizzazioni terroristiche” spesso “usata come nascondiglio”, sulla base di informazioni di intelligence. Al contrario, secondo Hamas le “menzogne” di Israele sulla presenza di “terroristi” nell’ospedale “mirano a giustificare l’abominevole crimine commesso dall’esercito di occupazione, che ha evacuato e dato fuoco a tutti i servizi dell’ospedale come parte di un piano di sterminio e di trasferimento forzato”.
La portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità Margaret Harris ha espresso preoccupazione per il deterioramento della sanità a Gaza: “Quel che vediamo è che vengono presi di mira i civili e il sistema sanitario a Gaza”, ha detto ad al Jazeera. “Ciò a cui sono esposti gli ospedali di Gaza – ha aggiunto – è orribile e quel che vediamo rappresenta una punizione per la popolazione”.
Nove morti nei raid israeliani
Inoltre un bombardamento israeliano ha colpito ieri mattina il campo profughi di Maghazi a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, provocando almeno 9 morti, tra cui tre bambini, e diversi feriti. Le vittime sono state trasportate all’ospedale dei martiri di al-Aqsa nella vicina città di Deir al-Balah. Inoltre, le squadre della Mezzaluna rossa palestinese hanno evacuato diversi feriti all’ospedale nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia.
Houthi denunciano “aggressione”
I ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’ Iran, hanno affermato che nuovi raid aerei hanno colpito oggi il nord del paese, poco dopo aver rivendicato la responsabilità di un attacco missilistico contro Israele. Gli Houthi in una nota hanno affermato che i raid sono stati effettuati nell’area di Buhais del distretto di medi della provincia di Hajjah, incolpando “l’aggressione statunitense-britannica”. Gli Houthi hanno attribuito a Usa e Gb anche i raid di ieri sulla capitale Sanaa.
L’ONU condanna gli attacchi sull’aeroporto di Sana’a
L’aeroporto di Sana’a, bersaglio degli attacchi israeliani, è un sito “civile”. Lo ha affermato il coordinatore degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite in Yemen, Julien Harneis, presente all’aeroporto della capitale Sana’a bombardato da Israele giovedì. Harneis ha condannato gli attacchi contro “un sito civile utilizzato dalle Nazioni Unite” e “assolutamente vitale” per le consegne umanitarie nel Paese. “È usato dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, è usato per voli civili. Questa è la sua funzione”, ha spiegato. “Se questo aeroporto non funzionerà più, paralizzerà le operazioni umanitarie”.