domenica, 16 Giugno, 2024
Società

Cause civili per 5,9 milioni di italiani

La fascia più coinvolta va dai 55 ai 64 anni

Quasi 6 milioni di italiani sono stati coinvolti in una causa civile nella loro vita. Sono questi alcuni dei risultati dell’analisi dell’Istat ‘Aspetti della vita quotidiana’. L’indagine ha evidenziato come il 12% dei cittadini che ha più di 18 anni di età, pari a 5,9 milioni di persone, abbia avuto a che fare con la giustizia civile almeno una volta durante la loro esistenza. Il dato non si discosta molto da quello del 2015, che aveva fatto registrare un 11%, e del 2013, con un 10%. I più coinvolti sono i maschi, che raggiungono la percentuale del 13,3%, mentre le donne si fermano al 10,7%. Per quanto riguarda l’età, la fascia più coinvolta in un giudizio civile è quella che va tra i 55 e i 64 anni, con una percentuale del 18,3%. Altro dato particolare riguarda il titolo di studio: più è alto più c’è la possibilità che la persona sia coinvolta in una causa. I laureati, infatti, raggiungono il 14,7%.

Analisi territoriale

Analizzando l’analisi, si può anche ottenere un quadro geografico: il Centro della Penisola è la macroregione con più frequenza di contenziosi civili, con un 13,2%, seguito dal Nord-Est al 13,1% e dal Nord-Ovest con un 12,9%. Mezzogiorno e Isole sono sotto la soglia del 10%: rispettivamente la percentuale di cause civili si fermano al 9,9% e al 9,7%. Per quanto riguarda le regioni, le più litigiose sono Liguria e Emilia Romagna, che guadagnano il podio con un 14,2%. Le ultime in classifica, invece, sono la Sicilia, ferma al 9,1% e la Basilicata, dove solo il 6,7% della popolazione maggiorenne dice di essere stata coinvolta o è coinvolta in un giudizio civile.

I motivi

Alla base dell’inizio di una causa civile, soprattutto motivi che riguardano la famiglia, con un 41,5% del totale dei coinvolti nello studio che dicono di aver affrontato un percorso del genere, pari al 7,1% della popolazione italiana totale con più di 18 anni. Il 12% di chi ha risposto allo studio (2,1% della popolazione maggiorenne), invece, ha detto di aver sostenuto una causa in ambito lavorativo. Seguono cause legate a “incidenti stradali e codice della strada” (1,6% della popolazione maggiorenne); cause per “debiti, problemi finanziari e societari” (1,2% della popolazione maggiorenne) e infine contenziosi legati “al vicinato e al condominio” (0,8% della popolazione maggiorenne).

Aumento post-Covid

Nonostante una diminuzione delle cause nel 2021, già nel 2022 si è notato, secondo lo studio, un aumento del 10%, rispetto al periodo 2017-2019. Una delle motivazioni principali, dicono gli esperti, si può trovare nella possibilità di avviare un ‘processo civile telematico’ anche se, va notato, “c’è stato un rallentamento delle attività degli uffici giudiziari”, soprattutto per quanto riguarda il secondo grado di giudizio e la Cassazione, come riportato nel reportage.

Soddisfazione

Più della metà delle persone che hanno affrontato una causa civile, dicono i dati dello studio Istat, affermano di essere “molto o abbastanza soddisfatte”, con un 54,2%. Un aumento di ben 10 punti percentuali rispetto al 2015 (44,7%). La soddisfazione maggiore si nota al Nord-Ovest, con un 59,7%; insieme al Sud, con un 52%; il Centro, al 52,5% e le Isole, con una percentuale del 53,3%. Insoddisfazione “Poco o per niente soddisfatto”, invece, è il 45,8% degli intervistati. I motivi principali dell’insoddisfazione sono legati soprattutto a costi e durata dei processi. La mancanza di soddisfazione si registra, infatti, soprattutto tra coloro che quando hanno avviato la causa non sapevano del costo che avrebbero dovuto sostenere, con una percentuale del 51,2%. Moltissimi gli scontenti anche tra coloro che hanno affrontato un giudizio con la Pubblica Amministrazione: qui si arriva al 66,3%.

Tempi e costi

La maggior parte delle persone, evidenzia l’Istat, all’avvio di un procedimento civile non ha idea dei soldi che dovrà spendere. I risultati dell’istituto di statistica dicono che solo il 28% ne è a conoscenza. Tra i più attenti a questi aspetti ci sono le donne, con un 31,5%, mentre i maschi si fermano al 25,1%. Anche l’età influisce: i più informati si trovano tra i 35 e i 44 anni e tra i 45 e i 54 anni, dove le percentuali sono del 30,4% e del 30,7%. I più sprovveduti sotto questo aspetto sono i giovani fino a 34 anni e chi ha più di 64 anni, dove la quota di chi conosce i costi è del 23,6% e del 24,3%.

Sui tempi, molte possono essere le problematiche che fanno allungare gli anni di durata di una causa: dall’insufficienza di personale fino a vere e proprie strategie. Proprio per questo, solo il 28% dei partecipanti allo studio ha ammesso che il proprio procedimento si è concluso nello stesso anno del suo avvio.

Sempre sulla durata, il 49,7% delle cause finisce entro due anni; il 33,4% tra i due e cinque anni e il 16,9% va oltre i 5 anni.

Soluzioni extra giudiziarie

Pochi ancora gli italiani che conoscono le soluzioni per evitare un processo civile. Le ‘Misure Alternative di Risoluzione delle Controversie (MARC)’ sono conosciute solo dal 44,3% degli intervistati. Queste soluzioni sono più diffuse tra chi ha una laurea (65,8%), al Centro (48,3%) e tra chi vive in un Comune “centro dell’area metropolitana” (52,7%).

Per quanto riguarda l’utilizzo delle soluzioni extra-giudiziarie, solo il 7,1% degli italiani dice di averne fatto ricorso, in aumento, comunque, rispetto al 2015, quando la percentuale era del 3,6%.

Aspetti da migliorare

Insieme ai dati, anche percentuali basate su suggerimenti rilasciati da chi ha affrontato un giudizio civile. La prima cosa che i cittadini italiani chiedono è una diminuzione dei tempi, con il 70,4% delle persone che hanno sottolineato questa problematica.

Oltre ai tempi anche la burocrazia: il 58,9% degli intervistati dice che vorrebbe fossero smaltiti i procedimenti burocratici.

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