mercoledì, 22 Maggio, 2024
Esteri

Blinken: “Noi e l’Ucraina pronti a negoziare. Spero Putin capisca il messaggio”

Monsignor Shevchuk rilancia appello del Papa allo scambio di prigionieri

Antony Blinken, dopo gli incontri a Pechino e in Medio Oriente, non solo potrebbe arrivare a un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, ma ha anche lanciato un appello al Presidente russo, Vladimir Putin: “non appena la Russia dimostrerà di voler sinceramente negoziare – ha dichiarato – noi saremo sicuramente lì e credo che anche gli ucraini saranno lì”. E in vista della Pasqua secondo il calendario giuliano, il prossimo 5 maggio, il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, monsignor Sviatoslav Shevchuk, ha rilanciato l’appello di Papa Francesco per uno scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina, in particolare le donne, gli operatori sanitari e i sacerdoti. “Le parole di Papa Francesco” sullo scambio “del ‘tutti per tutti’, hanno trovato una risposta speciale nei cuori sia dell’Ucraina che della Russia. E vogliamo che queste parole diventino un appello ad azioni concrete”, ha affermato il presule.

Si torna a parlare di pace

Insomma la grande diplomazia internazionale, laica e ecclesiastica, ha ripreso in mano le redini della Storia. Si smorzano parole di guerra e di disprezzo reciproco per aprire prospettive meno disumane. Poi si entrerà nei dettagli: non è chiaro, infatti, quali sarebbero le condizioni dell’Amministrazione Biden per aprire colloqui con la Russia, ma sicuramente se ne sarà parlato sia a Pechino che a Kiev. Le forze russe nel frattempo avanzano, lentamente, ma avanzano senza trovare resistenza. I russi hanno bombardato Odessa mandando a fuoco un simbolo della città, il castello di Harry Potter, chiamato così perché somiglia a quello dove è stato ambientato nei film del maghetto e utilizzano bombe a grappolo. Gli aiuti americani sono stati sbloccati da poco e devono ancora essere messi a disposizione, ma rimane la mancanza di uomini da mandare in battaglia. Uomini che i paesi amici dell’Ucraina non hanno intenzione di inviare nonostante la proposta fatta dal Presidente francese Macron, osteggiata praticamente da tutti. Macron che è volato da Xi Jinping per cercare di favorire l’apertura di una trattativa di pace e che prepara anche l’arrivo in Europa del Presidente Xi, che si recherà nell’Unione Europea per la prima volta in cinque anni, partendo proprio da Parigi, dove arriverà il 5 maggio, per poi visitare la Serbia e l’Ungheria.

Le condizioni di Blinken

Blinken ha spiegato che la fine della guerra “dipende in gran parte da Vladimir Putin e da ciò che deciderà. Spero che capisca il messaggio e dimostri la propria disponibilità a negoziati sinceri in conformità con i principi fondamentali che sono alla base della comunità internazionale e della Carta delle Nazioni Unite: sovranità, integrità territoriale, indipendenza“. Per Blinken l’aggressione russa all’Ucraina è già una sconfitta perché Mosca ha dovuto sottoporre la propria economia a un enorme sforzo bellico, riorientare le attività per non soccombere alle sanzioni e perdere tutta l’Europa quale acquirente di risorse energetiche.

L’Ue interviene su Ariston

Quanto al caso Ariston è, effettivamente intervenuta l’Unione europea come aveva chiesto il Governo italiano. Il portavoce della Politica estera, Peter Stano, ha dichiarato alla stampa: “chiediamo alla Russia di fermare queste misure e di invertire quelle che abbiamo menzionato proprio ora e di cercare soluzioni accettabili con le società europee prese di mira dal regime russo”. “Posso solo ripetere che questo dimostra e conferma che la Russia è un attore imprevedibile, sia sulla scena internazionale sia in campo politico, anche in campo economico, e ha creato un clima imprenditoriale che è arbitrario e ostile nei confronti degli investitori stranieri”.

Morti 30 ucraini renitenti

Infine in Ucraina altri 30 uomini sono morti nel tentativo di attraversare il montuoso confine occidentale dell’Ucraina per sfuggire alla mobilitazione. Secondo la legge marziale gli uomini ucraini di età compresa tra i 18 e i 60 anni, con alcune eccezioni, non possono lasciare il Paese poiché potrebbero essere chiamati al servizio militare. L’agenzia ucraina non precisa come gli oltre trenta uomini siano morti. Molti renitenti finiscono per attraversare illegalmente il confine con l’aiuto dei trafficanti, che chiedono ingenti somme solo per lasciarli attraversare un fiume o una montagna da soli, ha raccontato il capo del servizio di guardia di frontiera statale Andriy Demchenko. Dall’inizio dell’invasione su vasta scala, il servizio statale della guardia di frontiera ucraina ha scoperto circa 450 reti criminali che contrabbandano persone attraverso il confine.

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