martedì, 21 Maggio, 2024
Lavoro

“Il lavoro non è una merce, ma diritto da tutelare”

Il Capo dello Stato in occasione del 1° maggio: “Le morti bianche sono inaccettabili”

“Il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che ciascuno può e deve dare alla partecipazione alla vita della società. Il lavoro non è una merce”. Da Castrovillari, in occasione della visita al sistema agroalimentare del distretto del Cosentino e alla vigilia del 1° maggio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato prepotentemente a parlare di un tema a lui molto caro, quello del lavoro, “prioritario”, perché equivale a una delle parole più belle, libertà: “Anzitutto libertà dal bisogno; e strumento per esprimere sé stessi, per realizzarsi nella vita. Gli straordinari progressi della scienza e della tecnica per migliorare la qualità e la sostenibilità dei prodotti e dei servizi, devono essere sempre indirizzati alla tutela dell’integrità delle persone, dei loro diritti”.

“Tragedia inimmaginabile”

E nuovamente il Capo dello Stato ha usato parole dure per contrastare la piaga degli infortuni che proprio non si riesce a esorcizzare: “Non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre”, ha tuonato, “mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse, anche una sola, è inaccettabile”. Parole dure anche su un altro argomento che da sempre divide in due l’Italia, gli squilibri tra il Nord e il Sud. Da qui la richiesta al mondo politico affinché lavori per ridurre queste differenze territoriali: “Non possiamo ignorare le aree di marginalità e sofferenza: ne va della pienezza della cittadinanza”. Il Presidente ha quindi invocato il rilancio del Mezzogiorno la cui crescita equilibrata e di qualità assicurerebbe grande beneficio all’intero territorio nazionale: “Una separazione delle strade tra territori del Nord e territori del Meridione recherebbe gravi danni agli uni e agli altri”, il suo monito in cui alcuni osservatori politici hanno letto una critica verso l’Autonomia fortemente sponsorizzata dall’esecutivo. “Le Regioni meridionali dispongono oggi di un reddito che non raggiunge quello di altre aree nazionali”, ha quindi detto. “Per alcuni aspetti i loro cittadini fruiscono di servizi meno efficienti. Nel Meridione il tasso di occupazione è più basso rispetto al Centro e al Nord. Donne e giovani pagano un costo elevato e sono tanti coloro che, a malincuore, lasciano la terra d’origine, accentuando un rischio di spopolamento che andrebbe frenato. “Il lavoro è un elemento base della nostra identità democratica: “Non si tratta soltanto di un richiamo ai valori di libertà e di eguaglianza, ma dell’indicazione di un modello sociale vivo, proiettato verso la coesione e la solidarietà”, ha spiegato.

Lavorare sugli squilibri territoriali

Mattarella si è quindi soffermati sui dati sull’occupazione che registrano nel loro insieme una crescita significativa sia in Europa sia (soprattutto) in Italia: “È una buona notizia che siano aumentati i posti di lavoro, e anche i contratti a tempo indeterminato. Lo è anche la crescita del lavoro femminile”, ha detto il Presidente per il quale però la strada da compiere su questo tema è ancora tanta e tortuosa: “Non dobbiamo dimenticare le disparità sociali e territoriali che perdurano; gli esclusi; il fenomeno dei lavori precari e sottopagati. Il basso livello retributivo di primo ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, che induce tanti di loro a recarsi all’estero a condizioni migliori”, sottolineando inoltre che non vanno dimenticate le difficoltà di chi sopporta una disabilità, il peso degli oneri di assistenza “che non di rado spingono nel bisogno anche famiglie di chi un lavoro ce l’ha”. Ma per il Capo dello Stato ci sono tutte le possibilità per migliorare, “senza cedere alla paura alla sfiducia, disponiamo delle risorse morali per preparare il futuro”. A partire dallatransizione ambientale e quella tecnologico digitale, due direttrici cui tutti i Paesi devono farsi trovare pronti per sfruttarne a pieno il potenziale: “Abbiamo la capacità di guidare e progettare i processi di innovazione: possiamo averne l’ambizione. L’Europa, e in essa l’Italia, deve essere protagonista a livello globale”.

Combattere il caporalato

Altro argomento toccato da Mattarella, la gestione legale dell’immigrazione che in una filiera come quella agricola visitata ieri in terra calabrese, riveste grande importanza. “I lavoratori migranti sono parte essenziale della produzione agricola e delle successive trasformazioni dei suoi prodotti”, ha detto il Presidente che però ha ricordato di come esistano alcune aree grigie di lavoro, che confinano con l’illegalità e con lo sfruttamento, che generano anzitutto ingiustizia e, inoltre, insicurezza, tensioni, conflitti, offrendo spazi alle organizzazioni criminali. “Vigilare è, quindi, un preciso dovere. Sulle delinquenziali forme di caporalato. Sulle condizioni inumane in cui vengono, in alcuni casi, scaraventati i lavoratori stagionali, talvolta senza nome né identità”. Insomma, il Capo dello Stato ha approfittato dell’occasione per tirare le orecchie ai Paesi dell’Unione europea cui è mancata “lungimiranza e la necessaria solidarietà” per affrontare questa problematica. Paesi che però, a parere di Mattarella, oggi hanno maggiore consapevolezza sul da farsi: “Le recenti decisioni assunte in sede di Unione europea, ancorché incomplete, hanno segnato l’avvio di un nuovo percorso, con il risultato di grande rilievo di aver finalmente superato l’insostenibile accordo di Dublino”, la sua chiosa sul tema in questione.

Dalla guerra ai sindacati

Dal cuore della Calabria Mattarella è poi tornato a parlare della stretta attualità internazionale che richiama chiaramente ai conflitti attualmente in corso: “Pensavamo che la guerra non avrebbe più sfiorato l’Europa dopo la capacità del continente di risorgere nella pace dall’abisso dei due conflitti mondiali”, ha riflettuto, “e dobbiamo invece vivere una nuova drammatica stagione”.

Non poteva chiaramente mancare un pensiero del Presidente sul distretto agro-alimentare del Cosentino, definito non un fondamentale generatore di risorse per il territorio e per l’economia calabrese, ma anche un timone che può contribuire a orientare lo sviluppo: “Il comparto agroalimentare ha ruolo e peso cruciale nella nostra economia. Per la quantità di ricchezza che produce e che redistribuisce attraverso il lavoro. Per la sua qualità, che è parte di rilievo della qualità e del gusto italiani, e che concorre all’identità e alla cultura stessa del Paese”.

La parola lavoratore fa, spesso, rima con quelle parti sociali che da sempre ‘spingono’ per la diffusione dei diritti: “Il movimento sindacale, portatore di valori democratici, è interlocutore insopprimibile per lo sviluppo di una fruttuosa contrattazione collettiva, di settore e aziendale”, le parole di Mattarella che ha parlato di questi corpi intermedi come un elemento caratterizzante del disegno della Costituzione, da cui l’Italia trae beneficio: “Nella storia repubblicana, dal confronto tra istituzioni e parti sociali sono giunte spinte importanti per il progresso”.

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