sabato, 27 Aprile, 2024
Attualità

“La guerra non sa arrestarsi sulla soglia della barbarie”

Mattarella a Cassino

Il 15 marzo del 1944 le truppe alleate colpirono Cassino con un raid nel quale vennero impiegati centinaia di aerei. La città venne rasa al suolo, conoscendo così la stessa sorte toccata un mese prima all’abbazia. E ieri, a 80 anni dalla tragedia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato in visita proprio in quei luoghi bombardati. Accanto a lui, Ministri (il titolare dell’Interno Matteo Piantedosi e delle Riforme Elisabetta Casellati), autorità locali e rappresentanti istituzionali hanno reso omaggio alle vittime e riflettuto sul significato di questo tragico capitolo della Seconda Guerra Mondiale.

Ruolo cruciale

Nel suo discorso, il Capo dello Stato ha evidenziato il ruolo cruciale che Cassino ha avuto durante il conflitto, diventando uno dei simboli delle tragedie vissute in Europa durante quel periodo oscuro. Ha sottolineato che la città e il suo territorio, insieme alle sue popolazioni, sono entrati tragicamente nella lista dei martiri d’Europa, accanto a luoghi come Coventry e Dresda.

Mattarella ha voluto rendere omaggio di persona alle oltre 200.000 persone che persero la vita durante i 129 giorni di combattimenti in città: “I cimiteri, e quelli di guerra, dedicati ai combattenti delle diverse armate, fanno qui corona e ammoniscono. Una tragedia dalle dimensioni umane spaventose. In questa terra, avvennero scontri tra i più cruenti e devastanti. E mentre un sentimento di pietà si leva verso i morti, verso le vittime civili, non può che sorgere, al contempo, un moto di ripulsa da parte di tutte le coscienze per la distruzione di un territorio e delle sue risorse, per l’annientamento delle famiglie che lo abitavano, nel perseguimento della cieca logica della guerra, quella della riduzione al nulla del nemico, senza nessun rispetto per le vittime innocenti”. Lutti e sofferenze, pagate in larga misura dalla incolpevole popolazione civile, a partire dal funesto bombardamento del 15 febbraio contro l’Abbazia, nel quale, con i monaci, perirono famiglie sfollate, tante persone che vi si erano rifugiate contando sull’immunità di un edificio religioso, espressione di alta cultura universalmente conosciuta. “Ma la guerra – ha detto – non sa arrestarsi sulla soglia della barbarie”.

Il gesto eroico

Il Capo dello Stato ha poi rimarcato il gesto eroico di coloro che, nonostante le devastanti conseguenze della guerra, trovarono le risorse per iniziare immediatamente la ricostruzione, come dimostrato dalla ripresa dei lavori per la ricostruzione dell’Abbazia ancora prima della conclusione del conflitto. Nelle sue parole Mattarella ha sottolineato il ruolo fondamentale giocato dall’Italia nel promuovere la pace e la solidarietà in Europa, abbracciando i valori dell’unità nazionale, della democrazia, dell’uguaglianza e della giustizia sociale nonostante il dilaniante panorama di nazionalismi e conflitti che caratterizzava il vecchio continente in del periodo.

Ripudio della guerra

Il Presidente infine ha ricordato il significato profondo della Costituzione italiana, che sancisce il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, ricordando il valore dell’articolo 11 della Carta costituzionale, che incarna le premesse del ruolo e delle posizioni dell’Italia nella comunità internazionale, invitando il Paese a costruire ponti di dialogo e collaborazione con altre nazioni nel rispetto reciproco.

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