martedì, 14 Maggio, 2024
Politica

La sinistra americana che tira la volata a Trump

In un’inchiesta di grande qualità, andata in onda mercoledì sera su la7, Federico Rampini ha messo alla berlina tutti i difetti della sinistra americana: prigioniera del politically correct, della cancel culture, dell’intolleranza verso chi la pensa diversamente, del buonismo schizofrenico che mostra comprensione verso i criminali ed è incurante delle vittime, della insensibilità verso i problemi quotidiani della gente comune.

Questa componente che ruota intorno ad alcuni ambienti del partito democratico non è formata da una minoranza di squinternati degni dei vecchi “collettivi” sinistrorsi italiani degli anni ‘80 e ‘90. No. Al suo interno ci sono membri del Congresso che godono di buona stampa, sindaci che governano-male-grandi metropoli in cui le gang la fanno da padrone e, quel che è peggio, intellettuali che nelle più blasonate e costose università private diffondono il verbo di una sotto-cultura piena di risentimento verso l’Occidente, che fustiga le nostre democrazie ritenendole responsabili di tutto il male che circola nel mondo e dedica scarsa attenzione al fronte delle dittature che sta crescendo e minaccia la nostra civiltà. E’ una sinistra sempre più sconclusionata, con i paraocchi che di recente si è sporcata anche con venature antisemite. Insomma un capolavoro di pericolose stupidaggini.

C’ è anche una produzione saggistica che viene da questo mondo oppresso dal complesso di colpa di non riuscire ad essere marxista. Sicchè un feroce anticapitalismo di fondo non diventa mai un esplicito rifiuto del nostro sistema che assicura benessere e libertà . Non si arriva a tanto. Ma si cerca di minare tutti i pilastri questo modello economico-sociale-politico senza essere in grado di contrapporgli alternative credibili e praticabili.

Un vero paradosso: 30 anni dopo il crollo del comunismo sovietico e di fronte ad una Cina, capitalista in economia e comunista in politica, la sinistra estrema americana (ma anche europea) invece di difendere l’Occidente dalle minacce sempre più concrete delle dittature, scimmiotta un marxismo di ritorno di cui lo stesso Marx si vergognerebbe, per la sua approssimazione teorica e la scarsa serietà scientifica.
Che c’entra tutto questo con Trump? C’entra molto. Perchè è colpa di questo modo di pensare e della sua espressione politica il senso di disorientamento che circola in strati sempre più ampi della società americana e che è il terreno fertile per le posizioni rozze, brutali e a tratti anti-.istituzionali su cui gli strateghi di Trump fanno leva per riportare alla Casa Bianca l’ex presidente, nonostante tutto. Si ripete una costante storica: l’estremismo di certa sinistra è il migliore alleato delle forze reazionarie.

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