giovedì, 2 Maggio, 2024
Lavoro

Occupazione femminile: giovani e over 55 trainano il mercato del lavoro

Dalla nota della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, realizzata sui recenti dati Istat, dal titolo “Tendenze dell’occupazione femminile in Italia al 2024” emerge che a gennaio 2024, l’occupazione femminile in Italia raggiunge livelli record con oltre 10 milioni di donne occupate. A trainare la crescita, le fasce d’età più adulte, in particolare quella che va dai 55 ai 64 anni, le quale ha registrato un incremento di 284mila occupate (+15,1%) tra il 2019 e il 2023. Altra protagonista di questa tendenza positivo la componente giovanile. Tra la fascia di età che va dai 25 e 34 anni, l’occupazione aumenta del 2,4%, mentre tra le under 25 la crescita è del 6,6%. Malgrado il generale innalzamento dei livelli occupazionali tra le giovani e adulte, si registra una diminuzione rilevante nella fascia di età che va dai 35 ai 44 anni, dove l’occupazione cala del 7,9%, con un saldo di circa 200mila occupate in meno. Un dato riconducibile agli effetti che i processi demografici in corso stanno determinando sul mercato del lavoro.

Dalla sanità al turismo

La conseguenza più immediata è quindi un’accelerazione dei processi di invecchiamento della forza lavoro dovuta al rapido slittamento in avanti delle lavoratrici più adulte. Stando alla fotografia scattata dal documento, a trainare la ripresa, sono i servizi di informazione e comunicazione (+19,4%), i comparti sanità e istruzione (+4,4%) e il settore turistico. Segna un saldo occupazionale positivo anche il comparto industriale, spinto dalle ottime performance delle costruzioni. La crescita occupazionale si è accompagnata anche a un miglioramento della condizione professionale e contrattuale delle donne.

n crescita, infatti, il numero delle occupate tra le professioni qualificate e tecniche, in particolare nell’ultimo anno (+6% tra il 2022 e il 2023). Con riferimento alla condizione contrattuale, da segnalare il netto incremento, soprattutto tra le giovani, dei contratti a tempo indeterminato (+8,3% tra il 2019 e il 2023).

A livello territoriale, il Mezzogiorno fa da volano alla crescita occupazionale post pandemica; si registra, infatti, un aumento del 2,5% del numero di occupate, contro l’1,2% del Nord Ovest e lo 0,1% del Centro. Risultati incoraggianti che non possono, tuttavia, nascondere le disparità regionali: a fronte delle ottime performance di Puglia (+8,4%) e Abruzzo (+6%) e in parte Sicilia (+4,2%), vi sono la Campania (-2,2%) e la Sardegna (-1,1%) che a tre anni dalla pandemia non hanno ancora recuperato i livelli pre-Covid.

 

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