“Gli infermieri stanno dando tutto, anche la salute nell’emergenza COVID-19 e tutti lo riconoscono, per primi i cittadini. Ma dallo Stato, nonostante le citazioni e gli encomi per i quali ringraziamo, ma che a questo punto dobbiamo pensare di dover considerare solo di facciata, stanno ricevendo solo ‘pannicelli caldi’ come segnale rispetto al loro impegno, alla loro professionalità e alla loro volontà di non lasciare mai solo nessuno che, comunque, non verranno mai meno in questa emergenza”.
Lo sostiene la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI). “Siamo esaltati come “eroi” la mattina e trattati come merce di scarso valore la sera nei provvedimenti delle istituzioni nazionali e regionali”, si legge in una nota.
“Tutto questo accade – sottolinea la Federazione – in un momento in cui atteggiamenti che portano a una scarsa considerazione di alcuni professionisti rispetto ad altri, hanno conseguenze non solo professionali, ma soprattutto morali e psicologiche, sicuramente dannose e controproducenti sia per i professionisti che, di riflesso, per gli assistiti”.
La FNOPI in questo senso ha inviato una lettera a tutte le figure istituzionali coinvolte, dal premier ai ministeri, dalla Protezione Civile alle Regioni, dove si sottolineano “una serie di sperequazioni alla categoria, dall’emanazione della circolare della Protezione Civile che recluta ‘solo’ 300 medici lasciando alla scelta volontaria gli infermieri che invece anche loro dovrebbero essere reclutati a livello nazionale al decreto Cura Italia che prevede concorsi e assunzioni a tempo indeterminato per i medici all’INAIL mentre lascia solo contratti precari (Co.Co.Co.) di collaborazione agli infermieri. Dal reclutamento dei militari per il quale i medici, così come lo sono i laureati di altre discipline, sono inquadrati nei ruoli degli ufficiali, mentre gli infermieri, laureati anch’essi e anche specializzati, si fermano a livello di sottufficiali fino a bandi regionali sempre solo come Co.Co.Co o partite Iva per gli infermieri con compensi di 13-19 euro l’ora”.
“Gli infermieri – scrive la Federazione – finora sono la gran parte di quegli operatori sanitari risultati positivi a COVID-19 e molti di loro sono anche deceduti per colpa dell’epidemia. Gli infermieri sono quei professionisti che accolgono i pazienti, gli sono vicini e spesso li supportano in momenti in cui altrimenti resterebbero del tutto soli”.
“Ci rendiamo conto – prosegue – della difficoltà di reperire personale e nessuno più degli infermieri, come i medici, conosce e ha coscienza della gravità e dell’emergenza in cui ci troviamo.
Resta tuttavia grave che esista una sperequazione fortissima tra professionisti di altre professioni e infermieri, per i quali finora e a quanto pare ancora adesso e nonostante tutto, si fa conto solo sulla volontarietà della loro azione, della loro disponibilità e del loro intervento”.
“Gli infermieri sono professionisti laureati e anche specializzati – aggiunge la FNOPI – che non meritano una considerazione così scarsa rispetto al loro impegno e al loro lavoro, che sono comunque in forte carenza nei luoghi dove i numeri dell’epidemia sono più alti, non lasciando per questo mai nessuno da solo, rinunciando a turni e anche a contatti con le proprie famiglie, rischiando alla stessa stregua e con i medici in prima linea nella lotta a COVID-19”.
“Non solo strette di mano virtuali quindi – ammonisce – ma un segnale autentico di considerazione per il lavoro e l’impegno che, ripetiamo, non verrà mai meno e che sia anche un segnale positivo per un futuro che tutti ci auguriamo di vivere al più presto.
Questa federazione non accetterà speculazioni al ribasso sul valore della professione infermieristica, ampiamente dimostrato in questa emergenza senza precedenti”.
“Da parte del Governo – conclude la FNOPI – ora gli infermieri si aspettano fatti concreti all’insegna del riconoscimento del valore e del contributo che la nostra professione sta mettendo a disposizione del Paese, anche sacrificando la propria salute. Ci aspettiamo coerenza tra le dichiarazioni che leggiamo sui giornali con le quali ci definite eroi e i provvedimenti che ci riguardano messi in campo nelle ordinanze e nei decreti, purtroppo molto lontani dal contributo che come categoria stiamo mettendo in campo a tutela dell’art. 32 della costituzione”. (Italpress)