venerdì, 3 Maggio, 2024
Salute

The Care Day nelle regioni italiane: il punto sulle cure palliative

'Fcp' e 'Ditelo sui tetti': bisogna assicurare a tutti la terapia del dolore

“Abbiamo impugnato il megafono per inviare ai decisori regionali un messaggio di vita, per non abbandonare i fragili. The Care Day è la dimostrazione che questa sensibilità è ben radicata nelle varie aree italiane”. Così Domenico Menorello, portavoce del network ‘Ditelo sui tetti’ al termine di The Care Day, l’evento promosso contemporaneamente in nove regioni italiane per chiedere politiche sociali e sanitarie per consentire a tutti il “diritto a non soffrire”.

Vescovi al Care Day

L’iniziativa si è svolta ieri presso le sedi dei consigli regionali di Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Toscana, Sicilia e Veneto alla presenza di molti referenti associativi e guidate da più di 100 relatori di altissimo pregio, tra palliativisti, esponenti delle istituzioni, medici, a partire dal presidente Comitato nazionale bioetica, Angelo Vescovi, che hanno animato relazioni basate su numeri e dati statistici. “E’ stato un dialogo virtuoso con i decisori”, spiegano gli organizzatori, “che ha avuto il pregio di far emergere un quadro in cui spicca la grande efficacia delle terapie palliative, in cui viene meno la cultura della morte.”

Maratona per la vita

“Il momento più edificante di questa maratona di vita – spiega Menorello – è stato quando ci siamo resi conto che, da Milano a Palermo, esiste una cultura della cura ma persiste una inaccettabile incapacità di assicurare a tutti la terapia del dolore. Perciò abbiamo chiesto di garantire l’assistenza domiciliare h24 e le cure palliative a tutti coloro che sono affetti da patologie invalidanti. Questa è la vera priorità.
Ad esempio, si prenda una delle regioni ritenute più virtuose sul tema, il Veneto, dove è stato dimostrato che nei prossimi 4 anni circa 159mila persone rimarranno senza cure palliative, pur avendone il diritto. Un vero e proprio scandalo – aggiunge Menorello – su cui va posta molta più attenzione, così come ad esempio fatto dal governo in occasione della scorsa manovra di bilancio e così come andrà fatto in futuro” Le associazioni si sono impegnate a ritrovarsi in un appuntamento annuale al fine di monitorare l’evoluzione del dossier e hanno ipotizzato con i decisori regionali presenti la nascita di osservatori regionali”.

I cittadini devono sapere

Dal marzo 2010 la legge 38 garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore: 13 anni dopo il 54% della cittadinanza conosce bene o abbastanza bene che cosa siano mentre solo il 6% non ne ha ancora mai sentito parlare. Questo uno dei dati che emergono dalla ricerca Conoscenza, Percezioni, Opinoni sulle cure palliative in Italia, commissionata a Ipsos da Vidas in collaborazione con la Federazione Cure Palliative con lo scopo di indagare il reale grado di conoscenza delle Cure Palliative in due target molto importanti: la cittadinanza ed i medici.
La Federazione, spiega che “nel 2011 uno studio, su dati del 2008, certificava che solo il 7% della popolazione avesse un’idea chiara di che cosa fossero le Cure Palliative, l’essere passati ad una conoscenza diffusa in oltre il 50% della popolazione indica chiaramente come molta strada sia stata fatta.” Tuttavia lo studio indica anche come molta altra ne resti da fare: circa 1 cittadino su 5 ritiene infatti ancora che le “cure palliative” siano sinonimo di “cure inutili” o “naturali” o siano alternative alla medicina tradizionale. “Diteto sui Tetti” auspica che il sistema paese ascolti il messaggio lanciato dalle varie regioni italiane e comprenda che “va contrastato lo sforzo verso una società di indifferenti alle difficoltà degli altri, che porterà a giudicare sempre più inutili le vite fragili, consentendo che vengano scartati dal sistema pubblico i malati”.

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