sabato, 27 Aprile, 2024
Società

Registro Istat: in Italia oltre 7 milioni in condizioni di disabilità

Le ministre Locatelli e Casellati avviano il Tavolo unico per la Disabilità

Il “Tavolo per la redazione di un testo unico per le disabilità” ha avviato i lavori ed è presieduto da Claudio Contessa, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato. Per l’occasione, i ministri per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione Normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e per le Disabilità, Alessandra Locatelli, hanno prodotto il decreto che ne stabilisce la composizione e i compiti.
Alessandra Locatelli, Ministro della Disabilità ha ricordato: “Sin dall’inizio del mio mandato ho sempre detto che dopo i decreti attuativi della legge delega, avremmo dovuto dare una risposta con un testo unico sulla disabilità. Grazie al supporto e alla collaborazione, ed anche alla convinzione, della collega Casellati abbiamo deciso di lavorare insieme su questo tema mettendo insieme le nostre competenze per semplificare le norme e quindi la vita dei cittadini”.

Prossimo passo il fondo unico

L’obiettivo del costituito Tavolo sarà quello di portare nel giro di alcuni mesi all’elaborazione definitiva di un “Testo unico per le disabilità”, mediante il coordinamento e il riordino delle varie disposizioni attualmente vigenti.
Si tratta di un percorso significativo, nel senso di unasemplificazione normativa attesa da tempo, un lavoro che marcia in parallelo al lavoro in atto per la realizzazione dei Decreti Attuativi della Legge Delega al Governo in materia di disabilità 227/21. “Il tema della semplificazione normativa” ha spiegato Vincenzo Falabella, Presidente della FISH, “è quanto mai urgente, a tutti i livelli, nel nostro sistema legislativo. Giudichiamo quindi favorevolmente l’istituzione di questo Tavolo, anche alla luce del fatto che da tempo incalzavamo il Governo, affinché si potesse avviare un processo volto a portare ad un testo unico sulla disabilità, come avevamo anche ribadito a Rimini in occasione del recente evento ExpoAid 2023.”
“Pertanto – conclude Falabella – siamo pronti a lavorare in modo stringente per semplificare e rendere migliore la qualità di vita dei nostri cittadini e cittadine con disabilità. E il prossimo passo riguarderà l’istituzione di un Fondo Unico sulla Disabilità.”

Registro della Disabilità

Il paradigma oggi applicato quasi universalmente è il cosiddetto “Modello Sociale della Disabilità”, creato per superare il tradizionale “modello medico”. Secondo il Modello Sociale, la disabilità è il risultato di un’interazione tra il livello di limitazione fisica o sensoriale o cognitiva o mentale di un individuo e l’ambiente in cui vive. Pertanto, in gran parte, è il risultato di fattori sociali: se l’ambiente è poco accessibile o inclusivo, la disabilità aumenta. Intanto l’Istat ha aperto una sezione dedicata esclusivamente alla disabilità e ha pubblicato il primo “prototipo” del Registro della Disabilità con dati riferiti al 31 dicembre 2020, “ancora provvisori.” Secondo queste elaborazioni in Italia ci sono 7.386.411 persone, rappresentanti il 12,5% della popolazione, alle quali è stata rilasciata una certificazione o erogata una pensione o una indennità legata alla disabilità. Le donne sono 3.961.207, pari a una prevalenza del 12,9%, gli uomini 3.425.204, l’11,8% della popolazione. 2.726.911 sono persone con oltre settantacinque anni di età, che rappresentano il 38,6% dei pari età, mentre 411.041 sono minori, con una prevalenza del 4,4%, e 2.872.681 sono adulti con età compresa tra i 18 e i 64 anni. L’analisi territoriale mette in luce che la provincia con la prevalenza maggiore è Lecce, pari al 19,8% della popolazione, Bolzano e Trento quelle con le prevalenze più basse, rispettivamente 3,5% e 4,8%. Questo ultimo dato è probabilmente condizionato dalla normativa delle due Province autonome in materia di certificazione, previdenza e assistenza delle persone con disabilità. Un quarto delle Province evidenzia una prevalenza inferiore al 10,3%, nella fascia mediana non supera il 12,6%, nel quarto delle province con la prevalenza più elevata la quota di persone con una certificazione o una pensione legata all’invalidità oscilla tra il 15,5% e il 19,8%.

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