mercoledì, 1 Maggio, 2024
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Report G.I.D.P: giovani. Nei prossimi 6 mesi oltre l’80% delle aziende assumerà nuovi stagisti

Nei prossimi 6 mesi ben l’80,25% delle aziende ha affermato che inserirà stagisti e/o assumerà neodiplomati/neolaureati. Il 60,29% delle imprese afferma che per i prossimi 6 mesi gli inserimenti di stagisti e/o assunzioni di neodiplomati/neolaureati saranno uguali in termini quantitativi agli ultimi 6 mesi. Il 23,53% inserirà più persone, mentre il 16,18% ne inserirà di meno. L’85,51% delle aziende dichiara che nei prossimi 6 mesi non cambierà nulla in fase di ricerca, selezione, inserimento dei giovani neodiplomati/neolaureati. Fra coloro che intendono invece apportare cambiamenti (14,49%) emerge con forza l’esigenza di una maggiore integrazione con le Università e le Scuole Superiori (7,61%). È quanto emerge dalla XXIII edizione dell’Indagine sui Neolaureati realizzata da G.I.D.P., Associazione Direttori Risorse Umane.   La maggior parte dei rispondenti (84,42%) dichiara di avere effettuato negli ultimi 6 mesi nella propria azienda almeno un inserimento/assunzione di stagisti/apprendisti o di aver assunto neolaureati/neodiplomati. Nello specifico, l’83,08% ha sia inserito stagisti e apprendisti, sia assunto neolaureati e/o neodiplomati. Il 3,08% ha inserito solo stagisti, a differenza del 16,39% del 2021. Infine, il 13,84% delle aziende rispondenti ha solo assunto neolaureati e/o neodiplomati. Il 27,69% dichiara che non c’è prevalenza di un canale nella ricerca di stagisti/neolaureati. I rapporti con le Università attraverso Placement/pubblicazione offerte lavoro&stage sul portale/Career day rimangono comunque il canale più utilizzato e costituisce il 26,15%. Si confermano come terzo canale le Agenzie per il lavoro/società di consulenza e selezione (18,46%). In diminuzione rispetto al 2021 la percentuale di aziende che ha fatto affidamento sui social network, come Linkedin e Facebook, che rappresentano il 9,23% dei canali più utilizzati negli ultimi 6 mesi, contro il 12,12% del 2021. Inoltre, l’84,62% dichiara che il canale utilizzato nella propria azienda non è cambiato rispetto al periodo Pre Covid.   I candidati, in fase di colloquio, si mostrano più interessati a fare domande in primis sulla retribuzione prevista ed eventuali benefit, a seguire sul tipo di mansione prevista e attività da svolgere e subito, al terzo posto, a tematiche come smart working, work life balance e orario flessibile/lavoro per obiettivi. Agli HR è stato chiesto proprio di indicare se e quanto gli aspetti sopra citati vengono sviluppati all’interno delle organizzazioni ed emerge un podio diverso: al primo posto troviamo per le aziende il tipo di mansione prevista e attività da svolgere, poi la retribuzione prevista ed eventuali benefit e al terzo posto la gestione del lavoro con colleghi/superiori. Per le aziende, tematiche come smart working, work life balance e orario flessibile/lavoro per obiettivi sono solo al quinto posto.   Riguardo alle politiche ESG i giovani hanno dato più importanza alla dimensione sociale (44,62%). In particolare, emerge l’interesse per il finanziamento di progetti rivolti alla comunità e il coinvolgimento dei dipendenti in attività di volontariato. Al secondo posto si posiziona la dimensione ambientale (32,31%) e infine la governance (23,07%). La quasi totalità dei rispondenti ha previsto un rimborso spese per gli stagisti (solo il 5,26% conferisce solo buoni pasto o la possibilità di usufruire della mensa aziendale, ma si tratta ormai solo di stage curriculari e/o particolari tipi di stage che esulano dall’obbligo del compenso); in particolare, il 14,04%, prevede la sola indennità di stage, mentre, in aggiunta al rimborso spese, il 47,37% prevede anche i buoni pasto e il 29,82% la possibilità di usufruire della mensa aziendale.   La forma contrattuale maggiormente utilizzata in questi primi sei mesi del 2023 nel momento in cui i neolaureati/neodiplomati sono stati assunti, è il tempo determinato 31,82%, che sorpassa l’apprendistato professionalizzante (29,55%, rispetto al 33,33% al 2021). Aumenta la percentuale di aziende che ricorre al tempo indeterminato (29,55%, contro il 13,73% del 2021). Il 9,08% ha infine dichiarato di fare ricorso al contratto temporaneo tramite Agenzia del Lavoro. Nel 63% dei casi viene data possibilità ai neoassunti di ricorrere allo smart working, privilegiando in assoluto una media di 2 giorni a settimana (2 giorni a settimana 28,58%; 1 giorno 19,05% e 3 giorni 14,29%).   “I dati della survey” afferma Marina Verderajme Presidente Nazionale GIDP “ci restituiscono una fotografia in cui si intravedono da parte dei giovani richieste chiare di nuovi modelli di lavoro ibridi, in cui, oltre a retribuzione e qualità del lavoro, nella scala delle priorità entra a pieno titolo il worklife balance e il desiderio di essere maggiormente protagonisti del progetto di business aziendale sia in termini di partecipazione sia in termini di condivisione dei valori aziendali sui temi ESG. Siamo di fronte ad una “nuova coscienza e consapevolezza del lavoro” e del valore del proprio (ma anche collettivo) benessere. Sul fronte delle direzioni del personale, notiamo uno sforzo di riorganizzazione in risposta a queste nuove esigenze con maggiore attenzione alla stabilizzazione dei neo-inseriti attraverso l’aumento dei CTI con aumenti e adeguamenti retributivi, mentre le risposte alla richiesta di flessibilità, lavoro per obiettivi, non è ancora percepito come priorità e va accompagnato da un percorso di cambiamento culturale in stretta sinergia con i vertici aziendali”.

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